Il manager Fca non tornerà più a lavorare
TORINO - Finisce dopo 14 anni l'era di Sergio Marchionne alla guida di Fca: il manager, ricoverato a Zurigo, sta molto male, le sue condizioni si sono aggravate e non potrà più tornare al lavoro. Prenderà il suo posto Mike Manley, l'uomo del miracolo Jeep, brand centrale nel nuovo piano industriale presentato il primo giugno a Balocco.
Il cambio al vertice riguarda anche Ferrari, nella giornata in cui Sebastian Vettel, che ha quattro punti più del rivale Hamilton, conquista la pole position a Hockenheim, in Germania: John Elkann assume la carica di presidente e Louis Carey Camilleri, per anni alla guida di Philip Morris, è il nuovo ceo. Alla Cnh Industrial, ancora alla ricerca dell'ad, è stata nominata presidente una donna, l'inglese Suzanne Heywood.
Le tre società - Fca, Cnh Industrial e Ferrari - hanno convocato d'urgenza i consigli di amministrazione. Una brusca accelerazione, dopo alcuni giorni in cui si sono rincorse indiscrezioni e smentite. Necessaria anche in vista dell'agenda della prossima settimana: mercoledì 25 ci sarà il cda sui conti del secondo trimestre di Fca, il giorno successivo quello di Cnh e il primo agosto quello di Ferrari.
«Profondamente addolorato» Elkann che definisce Marchionne «un leader illuminato, un punto di riferimento ineguagliabile». «Per me - afferma - è stato una persona con cui confrontarsi e di cui fidarsi, un mentore e soprattutto un amico. Negli ultimi 14 anni abbiamo vissuto insieme successi e difficoltà, crisi interne ed esterne, ma anche momenti unici e irripetibili, sia dal punto di vista personale che professionale. Ci ha insegnato a pensare diversamente e ad avere il coraggio di cambiare, spesso anche in modo non convenzionale».
Elkann sottolinea che «le transizioni annunciate, anche se dal punto di vista personale non saranno prive di dolore, ci permettono di garantire alle nostre aziende la massima continuità possibile e preservarne la cultura».
La nomina di Manley, che assumerà anche la responsabilità dell'area Nafta, conferma la volontà di procedere con una scelta interna, come più volte detto dallo stesso Marchionne e da Elkann. Il manager inglese, 54 anni, ha raggiunto risultati record e prevede entro il 2022 il lancio di 10 nuovi modelli.
Nei prossimi giorni sarà convocata l'assemblea degli azionisti che lo nominerà amministratore esecutivo della società, ma da subito il cda gli ha conferito le deleghe a operare come ceo. «Manley, e la squadra di management del gruppo automobilistico - spiega Fca - lavoreranno alla realizzazione del piano di sviluppo 2018-2022 presentato a Balocco il primo giugno scorso, che assicurerà a Fiat Chrysler Automobiles un futuro sempre più forte e indipendente».
Marchionne, che nel 2004 ha saputo gettarsi in un'impresa impossibile, salvando la Fiat dal fallimento e risanandola, ha lavorato fino all'ultimo per mettere a punto i piani del futuro. Il primo giugno li ha illustrati a Balocco, in una giornata lunga e faticosa, che non lasciava presagire quanto è accaduto.
Nei 14 anni i ricavi sono passati dai 47 miliardi di euro del 2004 del gruppo Fiat ai 141 miliardi di euro del 2017 (Fca, Cnh Industrial e Ferrari), il risultato netto dal rosso di 1,5 miliardi ai 4,4 miliardi di euro del 2017, mentre la capitalizzazione dell'allora Gruppo Fiat era di 5,5 miliardi di euro ed ora, tenendo conto di tutte le società nate dagli spin off è di circa 60 miliardi di euro.