La famiglia della piccola deceduta cadendo da una nave da crociera vuole chiarezza: «C'è stata negligenza da parte della compagnia, non del nonno»
SAN JUAN - La notizia del decesso di una bambina di 18 mesi, in seguito alla caduta dall’11esimo piano di una nave da crociera, avvenuto domenica nel porto di San Juan, ha colpito e ha fatto discutere. Da subito è stato additato il nonno della piccola, che secondo una prima ricostruzione se la sarebbe fatta scivolare dalle mani. La famiglia non ci sta e vuole chiarezza. «Questa non è la storia di Michael Jackson, che faceva penzolare il bambino fuori dalla finestra», ha spiegato alla CNN l’avvocato Michael Winkleman.
I genitori di Chloe Wiegand accusano la Royal Caribbean di negligenza sottolineando che quella finestra non sarebbe dovuta essere aperta, per di più in un luogo della nave adibito al gioco dei bambini. Il nonno pensava che fosse chiusa, come spiega l’avvocato: «Nel parco acquatico sulla nave ha sollevata la nipote e l’ha messa su una ringhiera dove pensava ci fosse un vetro di protezione, che invece non c'era. Era come un muro di finestre con un buco nascosto».
Winkleman ha osservato che la nave Freedom of the Seas, che ha fatto il suo viaggio inaugurale nel 2006, è piuttosto vecchia: nessuna delle nuove imbarcazioni ha finestre simili, che possono essere aperte allo stesso modo. «È stato un tragico incidente - ha continuato Michael Winkleman - quell’uomo non era sotto l’effetto di alcol. Va però chiarito il perché non siano stati rispettati tutti i sistemi di sicurezza. Farò tutto il possibile per renderli responsabili di ciò che mi sembra essere una negligenza».
La Royal Caribbean Cruises ha dichiarato lunedì di non voler rilasciare dichiarazione nel rispetto della privacy della famiglia, limitandosi a dichiararsi rattristata e comunicando di aver attivati il suo Care Team, che è a disposizione di chiunque ne abbia bisogno.
La polizia sta cercando di fare chiarezza sul caso - non viene esclusa nessuna pista - usufruendo delle telecamere di sicurezza. Filmati ai quali spera di poter aver accesso anche l’avvocato. Nel frattempo, la famiglia rimane a Puerto Rico, in attesa che le autorità diano il permesso di rimpatriare negli Stati Uniti il corpo della bambina.