A causare il disastro sarebbe stato un incendio in un deposito dove erano stipate 2'750 tonnellate di nitrato di ammonio
Il presidente libanese ritiene «inaccettabile» che la sostanza fosse immagazzinata al porto in condizioni non sicure. Donald Trump invece ha ventilato la possibilità di un «terribile attentato».
BEIRUT - Si aggrava il bilancio delle terribili esplosioni avvenute ieri al porto di Beirut. Il Ministro della Salute libanese ha infatti precisato che le deflagrazioni hanno provocato almeno cento morti e 4'000 feriti e consiglia di abbandonare la città a chiunque riesca a farlo. «I materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria - spiega ai media locali - potrebbero avere effetti a lungo termine mortali».
2'750 tonnellate di nitrato di ammonio - A provocare le devastanti esplosioni è stato un incendio in un deposito dove erano stipate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, sequestrate diversi anni fa da una nave. «È inaccettabile», ha sottolineato il presidente libanese Michel Aoun in un Tweet, che una tale quantità di materiale chimico fosse «immagazzinate in condizioni non sicure».
Simile a un terremoto di magnitudo 3.3 - Le deflagrazioni avvenute nella capitale libanese sono state potentissime. Tanto che i sismografi del servizio geologico statunitense le hanno registrate come se fossero un terremoto di magnitudo 3.3. Gli esperti hanno comunque precisato che la magnitudo riportata non sia comunque «direttamente paragonabile a un sisma di dimensioni simili, essendo l'esplosione libanese avvenuta in superficie» (al contrario di un'onda sismica).
Trump parla di «terribile attentato» - Sulle esplosioni del porto di Beirut ha parlato anche il presidente americano Donald Trump nel corso di una conferenza stampa svoltasi alla Casa Bianca. «Assomigliano a un terribile attentato», ha sottolineato il presidente precisando di aver «incontrato i generali e sembra che non sia un incidente industriale». I vertici militari pensano che l'esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo, ha concluso.