L'appello della moglie di Navalny, l'oppositore russo in gravi condizioni per un presunto avvelenamento.
Secondo la donna il trasporto del marito a Berlino è un bene, ma la sua sicurezza non è ancora pienamente garantita
MOSCA - «Bisogna assolutamente salvare Alexei Navalny», perché «non è solo un oppositore in Russia: grazie a lui sono state avviate inchieste. Ha fornito importanti documenti sulla corruzione in Russia».
Lo ha dichiarato in un'intervista a Sky News Uk Marina Litvinienko, vedova di Alexander, l'ex agente russo ucciso con il polonio a Londra nel 2006.
«Tutti hanno capito» che quando Navalny è stato ricoverato a Omsk, «si trovava in una situazione molto pericolosa». Ora che è stato trasportato a Berlino «è un po' più al sicuro. Ma non credo che possiamo rilassarci: ancora non sappiamo cosa sia successo ad Alexei», ha detto Marina Litvinienko, aggiungendo di non credere che i medici russi «fossero molto liberi di dire quello che potevano avere scoperto».
Del resto, nel caso del marito, Marina ha detto che «per due settimane non si capì cosa avesse. Possiamo dare la colpa ai medici britannici? Certo no. Nessuno prima di lui era stato avvelenato con il polonio radioattivo». «Solo quando avremo capito cosa è successo a Nalvalny - ha concluso -, potremmo cercare di capire chi lo abbia voluto colpire».