Stando alle autorità stava tentando di «fuggire illegalmente» dal paese, assieme ad altri leader dell'opposizione
L'opposizione non sembra però essere convinta dalla versione ufficiale dei fatti
MINSK - I membri del Consiglio di coordinamento dell'opposizione bielorussa Maria Kolesnikova, Ivan Kravtsov e Anton Rodnenkov sono passati attraverso la dogana al confine con l'Ucraina. Lo ha dichiarato alla Tass il portavoce del Comitato di confine di Stato bielorusso Anton Bychkovsky.
«Confermiamo che hanno passato il controllo al valico di frontiera di Alexandrovka alle 4 del mattino». Kolesnikova è stata però arrestata. Lo riporta il canale televisivo Belarus-1, secondo cui «avrebbe cercato di fuggire illegalmente dalla Bielorussia ed è stata trattenuta alla frontiera». Ma la dinamica dei fatti non è ancora chiara.
La vicenda potrebbe essere stata inscenata da servizi speciali, ha dichiarato a Interfax una fonte vicina all'opposizione, che conosce bene i tre in questione. «Né Anton Rodnenkov, né Ivan Kravtsov, né Maria Kolesnikova avevano intenzione di andare all'estero. Anzi, erano categoricamente contrari. Sono finiti al confine dopo la loro detenzione. Probabilmente sono stati portati lì dal centro di detenzione e, come Olga Kovalkova, sono stati costretti a lasciare il Paese», ha detto la fonte.
I servizi speciali avrebbero quindi "inscenato" il tentativo di Kolesnikova di attraversare illegalmente il confine. «Molto probabilmente è stata una provocazione durante la quale Kolesnikova è stata arrestata», ha detto la fonte.
La risposta ucraina - La dissidente bielorussa Maria Kolesnikova «ha compiuto atti per prevenire il suo spostamento attraverso la frontiera» con l'Ucraina. Lo ha scritto su Facebook il vice ministro dell'Interno ucraino Anton Gherashchenko.
«Non è stata una partenza volontaria, era una deportazione coercitiva dal Paese natio», ha affermato Gharashchenko, secondo cui «non si è riusciti a deportarla perché questa donna coraggiosa ha compiuto atti per prevenire il suo spostamento attraverso la frontiera» ed «è rimasta in territorio bielorusso. Tutta la responsabilità sulla sua vita e salute ricade personalmente su Lukashenko».