In vari Stati si registra un'impennata di casi legati agli spostamenti di Natale
NEW YORK - La pausa natalizia negli Usa potrebbe alimentare un'altra ondata d'infezioni da Covid-19. È l'allarme lanciato dagli esperti dopo che milioni di americani hanno comunque viaggiato a dicembre: più di 1,3 milioni di persone, un record nell'era della pandemia, secondo i dati forniti dall'agenzia governativa TSA, riferisce il Guardian online.
È così che i ricoveri hanno raggiunto un altro triste record ieri con oltre 128.200 positivi. Ma alcuni Stati avvertono che il peggio deve ancora arrivare.
Il governatore del Mississippi, Tate Reeves, ha detto che lo Stato ha avuto «più pazienti Covid in terapia intensiva alla fine della scorsa settimana di quanti ne abbiamo avuti in qualsiasi altro periodo durante questa pandemia». A New York, il governatore Andrew Cuomo, ha detto che c'è stata un'impennata di casi dovuti agli incontri sociali durante il Natale. «È chiaro che le vacanze hanno aumentato il tasso d'infezione e il numero di persone ricoverate in ospedale», ha detto.
In California, dove almeno due regioni non hanno più posti letto, le infezioni continuano a crescere. Il Los Angeles County Emergency Medical Services Agency ha detto alle ambulanze di non trasportare pazienti che hanno poche probabilità di sopravvivere, al fine di conservare le scorte di ossigeno e i letti in terapia intensiva.
L'FFA: «Non si cambi il dosaggio del vaccino» - Al momento è prematuro cambiare le dosi o il calendario della somministrazione dei vaccini contro il Covid-19, come alcuni esperti suggeriscono per aumentare la platea dei riceventi. Lo afferma la Food and Drug Administration (Fda) statunitense in un comunicato, secondo cui qualunque variazione dovrebbe essere valutata con un test clinico.
«Abbiamo seguito le discussioni e le notizie di stampa sulla riduzione del numero delle dosi, sull'estensione del tempo fra le due somministrazioni, sul cambiamento del dosaggio o sul mix tra diversi vaccini per immunizzare più persone», scrive il direttore Stephen Hahn, «sono tutte problematiche ragionevoli da prendere in considerazione e valutare. Tuttavia, in questo momento, suggerire cambiamenti è prematuro e i rischia di compromettere lo sforzo».
I due vaccini approvati in questo momento, ricorda il comunicato, prevedono due dosi a un intervallo di 21 giorni per quello Pfizer e di 28 per quello Moderna.