È la prima che riguarda un funzionario del regime di Assad e, se creerà un precedente, forse non sarà l'ultima
COBLENZA - Si è concluso con una condanna, storica, il primo processo internazionale a un agente dei servizi segreti del governo siriano accusato di torture e sequestro di persona.
L'imputato, un 44enne siriano rifugiato in Germania, è stato giudicato colpevole dal tribunale regionale di Coblenza questa mattina. Co-imputato con lui anche un secondo ufficiale, più anziano e di grado più elevato, a processo da aprile 2020.
L'uomo, come riporta la Zeit, dovrà scontare a quattro anni e mezzo di carcere per «per complicità in crimini contro l'umanità sotto forma di tortura e grave privazione della libertà».
Si tratta della prima condanna in assoluto per dei funzionari di Stato attivi nell'applicare le draconiane misure di repressione e le sanguinarie violenze del governo di Bashar Al Assad.
Per molti è una condanna diretta allo stesso Assad: «Il messaggio che manda al regime siriano è che i suoi crimini non saranno dimenticati, anzi, questo è solo l'inizio», ha commentato al Guardian l'avvocato Patrick Kroeker, parte dei querelanti e legale presso il Centro Europeo per i Diritti Costituzionali e Umani (ECCHR).
Secondo l'accusa, l'imputato conosceva perfettamente gli abusi e le torture che avvenivano nei carceri dove i due agenti portavano gli arrestati. Il riferimento, in particolare, riguarda un gruppo di 30 manifestanti anti-regime - picchiati e imprigionati nel carcere di al-Khativ nel 2011 - proprio dall'unità di cui faceva parte.
Nel 2012 i due avevano deciso di disertare e lasciare il paese, da lì l'esodo e l'arrivo in Germania dove le manette sono scattate nel 2019.
Per l'altro imputato l'accusa è di crimini contro l'umanità
Di ben altra entità sono i capi d'imputazione nei confronti del suo superiore 58enne che è a processo per crimini contro l'umanità, la supervisione nell'omicidio di 58 persone e la tortura di 4'000 altre. Per il verdetto sarà necessario attendere, verosimilmente, fino a ottobre.