Una marcia denominata "White Lives Matter" è stata circondata da una folla di oppositori.
Parecchia tensione, ma nessuna violenza. Alla fine è intervenuta la polizia.
LOS ANGELES - Una marcia di suprematisti bianchi che ha avuto luogo domenica pomeriggio a Huntington Beach, in California, è stata letteralmente travolta da una contro-manifestazione.
Gli appartenenti al cosiddetto movimento White Lives Matter sono stati affrontati e circondati da una folla di oppositori anti-razzisti, ben più numerosa ancora prima che la dimostrazione prendesse ufficialmente il via. La tensione è stata alta ma non si è arrivati al contatto fisico se non in casi isolati, anche quando alcuni estremisti di destra sono stati letteralmente circondati e messi spalle al muro di un edificio. Gli scontri tra le opposte fazioni sono stati solamente di carattere verbale, affermano i media statunitensi, con scambio d'insulti e cori, del tipo «Nazisti andate a casa».
La polizia disperde la manifestazione
In un primo momento la polizia si è limitata a un compito di sorveglianza ma, quando la folla è arrivata a quasi 500 persone, gli agenti sono intervenuti e hanno sciolto la manifestazione, dichiarandola illegale. Tra gli organizzatori, secondo alcune fonti, c'era una frangia locale del Ku Klux Klan - il cui leader californiano è stato visto camminare tra la folla. Presenti anche gruppi anti-abortisti, sostenitori delle armi da fuoco e del gruppo di estrema destra Proud Boys, venuto agli onori delle cronache dopo l'assalto a Capitol Hill di gennaio.
Il bilancio finale, riferisce il Los Angeles Times, è di 12 persone arrestate. Nello zaino di una di esse, accusata di aver ostacolato gli agenti, sono stati trovati una spranga di metallo, un coltello e due bombolette di spray al peperoncino. Il quotidiano riferisce che molti dei partecipanti alla contro-manifestazione sono scesi in strada per opporsi al suprematismo bianco che da anni sta cercando di radicarsi nella città californiana.