In Irlanda 20'000 case sono a rischio per un lotto di mattoni difettosi e l'aiuto del governo per molti non basta
DUBLINO - Crepe nei muri visibili già dall'esterno, che piano piano si insinuano fino all'interno e poi - a un certo punto - ne causano il crollo.
«Si frantumano come dei wafer», conferma Joseph McLaughlin un 65enne disabile della Contea irlandese del Donegal, parlando delle pareti di casa sua. Anche se non usa proprio la parola wafer, ma Weetabix che sono dei mattoncini di cereali compressi che nel mondo anglosassone fungono da colazione o merenda e la cui struttura friabile rende più l'idea del fenomeno.
Fenomeno che, riportano l'Irish Times e il Guardian, riguarda tantissime case in Irlanda che sono state edificate con dei mattoni contenenti dei minerali, le miche, che se presenti in eccessiva quantità trattengono l'acqua. Questi dopo anni di meteo irlandese si stanno letteralmente sgretolando senza nessuna possibilità di restauro. Secondo quanto noto, la motivazione è che per realizzarli sono state utilizzate delle sabbie di una cava locale, che ne sono ricche, sbagliando le proporzioni.
Le prime stime parlano di circa 20'000 abitazioni che in questi anni hanno subito «un terrificante crollo a rallentatore». In tantissimi sono costretti a vivere nel timore costante, perché non possono permettersi una nuova casa e la loro gli si sta letteralmente sbriciolando attorno.
Si tratta, insomma, di un'emergenza abitativa importante e che rischia di portare a migliaia di senzatetto soprattutto nelle contee rurali ma popolose di Donegal e Mayo. Diversi casi però sono state segnalati anche in località più urbane come Limerick, Sligo e Tipperary.
Per questo motivo domani (venerdì 8 ottobre) è prevista un'azione a Dublino per criticare lo stanziamento da parte del Governo di un fondo da 3.2 miliardi con il quale si vorrebbe chiudere la questione. Secondo il comitato Mica Action Group, che riunisce le vittime del fragile mattone, la cifra prevista da 350mila euro per abitazione sarebbe assolutamente insufficiente, considerando anche «il peso economico e psicologico sopportato lungo gli anni».
La richiesta dei proprietari di case è di un risarcimento che copra l'intero costo dell'abitazione, come era stato concesso in passato durante un caso simile in quel di Dublino con dei blocchi difettosi contenenti della pirite. Ma le speranze sono poche.
«350mila euro non bastano, bisogna fare tutte le perizie del caso, e poi demolire... Già così sono quasi 200'000 € che se ne vanno, con il resto cosa dobbiamo fare?», conferma al Guardian il farmacista Féilim Henry che ha dovuto lasciare la sua casa, «quella del governo è una mossa cinica».
«È una vera e propria crisi umanitaria», ribadisce il responsabile del Mica Action Group Michael Doherty, «come già fatto a giugno marceremo ancora per le strade di Dublino per far sentire le nostre voci, e ci aspettiamo che anche le Contee ci sostengano».
Stando sempre al Times, il ministro delle Strutture Darragh O'Brien sembrerebbe disposto ad accogliere le richieste, ammettendo che il piano attuale «non sta funzionando come previsto» e «visto lo stress e le difficoltà delle persone interessate» ha confermato l'intenzione di adeguare verso l'alto gli aiuti.