La richiesta di «risarcimento» è stata poi revocata dall'azienda dei trasporti pubblici
MILANO - Una sanzione da 548,17 euro, addebitata ai condomini della Torre dei Moro, il palazzo bruciato lo scorso 29 agosto a Milano. Il motivo? La riorganizzazione della linea 95 degli autobus di Atm, l'azienda dei trasporti pubblici milanese.
La vicenda è stata raccontata al Corriere della Sera da Mirko Berti, il portavoce dei residenti del grattacielo. «Allora, capiamoci: la polizia locale chiude il tratto di strada, non perché ho abbattuto con la macchina il semaforo, che allora sì è colpa mia, ma per una disgrazia, e ci vengono a chiedere a noi i soldi, che di tutto quanto è accaduto siamo vittime? Non ci credo». La richiesta sarebbe scattata nell'ambito della partita tra le assicurazioni del palazzo e di Atm, dai cui uffici ieri era è scattato il ritiro della richiesta di «risarcimento» per il fermo di un mezzo per 25 minuti, per la soppressione di una fermata e per la deviazione della linea.
Tra le voci più curiose del verbale, aggiunge il quotidiano italiano, c'è quell'euro addebitato per il costo di dieci chiamate fatte dall'unità di pronto intervento di Atm.
L'episodio ha riportato alla ribalta la vicenda della Torre dei Moro, che era uscita dai radar dei media ma che è tutt'altro che conclusa. «Siamo stati dimenticati» accusa Berti, lamentando la mancata esecuzione delle promesse fatte dal Comune di Milano all'indomani del rogo. «Sono passati tre mesi e non si è verificato nulla di quanto previsto», a partire dall'erogazione degli aiuti concessi con una delibera del 17 settembre. «A fronte di questa situazione, del primo contributo, quello per pagare le fatture dell’hotel, non s’è visto nulla, e stiamo anticipando noi. Zero del secondo, per i 500 euro a fondo perduto previsti per ogni residente. Lo stesso per il terzo, che per di più è legato a criteri reddituali che non hanno senso».
Intanto le ottanta famiglie che risiedevano nel palazzo di via Antonini sono sempre fuori casa: metà hanno trovato un'altra sistemazione a proprie spese, una ventina risiedono in albergo e altrettante da parenti e amici. La scorsa settimana c'è stato un nuovo incontro tra i residenti e il Comune, che assicura che si sta lavorando per trovare una «soluzione equa».