La Croce Rossa: «Sarà una strada lunga per la popolazione ricostruire e rimettere in carreggiata le proprie vite»
MANILA - La forza distruttrice del tifone Rai devasta le Filippine, che da giovedì scorso non smettono di aggiornare al rialzo un bilancio che ha superato - secondo i dati ufficiali forniti dalle autorità - la soglia psicologica dei 100 morti: ma il conteggio rimane parziale poiché si continua a scavare tra le macerie e non potrà che aumentare, come è successo nelle ultime 72 ore.
«Sarà una strada lunga e difficile per la popolazione ricostruire e rimettere in carreggiata le proprie vite», commenta Alberto Bocanegra, capo della Federazione internazionale delle società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nel Paese. L'organizzazione ha già lanciato un appello per raccogliere 20 milioni di franchi, destinati a finanziare i soccorsi urgenti e il ritorno a una vita normale.
Intanto, le immagini trasmesse dalle tv mostrano scene apocalittiche, con interi isolati rasi al suolo, infrastrutture già precarie completamente distrutte e disperazione ovunque nelle regioni meridionali e centrali dell'arcipelago attraversate da venti con picchi - nella giornata di giovedì - di 195 km orari. Durante l'Angelus anche il Papa ha rivolto un pensiero alle Filippine, esprimendo «vicinanza» alla popolazione.
Rai è stato il più forte tifone che ha colpito quest'anno il Paese del sud-est asiatico. Mentre aumentano gli sforzi per portare acqua e cibo alle isole devastate, sono più di 300'000 le persone fuggite dalle loro case e dai lussuosi resort che punteggiano le spiagge di questa parte delle Filippine. La tempesta ha messo fuori uso le comunicazioni, ha interrotto l'elettricità in molte aree, ha divelto i tetti, danneggiato gli ospedali, abbattuto i pali dell'elettricità ed ha allagato decine di villaggi.
Arthur Yap, governatore dell'isola di Bohol, nota meta del turismo nazionale e internazionale soprattutto per le sue barriere coralline oltre che per le sue spiagge, ha riportato finora un totale di 72 morti. Almeno altre 10 persone sono decedute nelle isole Dinagat (a est di Bohol). Bilanci questi che hanno portato i morti accertati finora a quota 108.
Intanto, migliaia di militari, poliziotti, pompieri e guardacoste partecipano alle operazioni di ricerca e soccorso nelle aree più colpite. La corsa contro il tempo per trovare persone ancora vive continua in queste ore, mentre prosegue la processione di vedette della Guardia Costiera e navi militari che portano cibo, acqua e forniture mediche alle zone disastrate.
Le Filippine sono uno dei Paesi più colpiti dai tifoni a livello mondiale e c'è ormai un forte consenso scientifico sul fatto che le emissioni di gas serra stiano contribuendo a un graduale rafforzamento di questi fenomeni a causa di temperature più elevate sotto e sulla superficie marina, che rimuovono il cuscinetto naturale che in passato attutiva la loro forza.