La Guardia di Finanza ha scovato anche quantitativi della rara "cocaina rosa". Due arresti
VARESE - Più di due chilogrammi di cocaina sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza in seguito ad un'operazione, che ha portato anche all'arresto di due persone.
Una spedizione sospetta giunta alla Cargo City di Malpensa, e proveniente dalla Colombia, ha destato l'attenzione delle Fiamme Gialle. Dopo alcuni controlli è stata scoperta della cocaina occultata in alcuni trasformatori elettronici. I Finanzieri hanno allora messo in atto la tecnica del "ritardato sequestro", in modo da poter acquisire ulteriori prove ed elementi per individuare i responsabili del traffico internazionale di droga seguendo, in incognito e a distanza, la spedizione fino alla consegna. I controlli hanno permesso di scoprire il destinatario della spedizione, un cittadino dominicano, subito arrestato. La cocaina sequestrata superava i due chili.
Durante l'operazione i Finanzieri hanno perquisito l'abitazione dell'uomo e hanno rinvenuto 4'000 euro in contati, un bilancino di precisione, numerosi cellulari e marijuana. In manette è finito anche il coinquilino, cittadino colombiano, per il possesso di cocaina e 2C-B, un composto chimico psichedelico di colore rosa, piuttosto raro.
Nel gergo chiamata “cocaina rosa”, è conosciuta comunemente negli ambienti dello spaccio anche come la droga dell’alta società per via del suo costo elevatissimo ed è stata individuata come nuova sostanza psicoattiva nel 2016. La “cocaina rosa” non si trova facilmente sul mercato delle droghe, viene sintetizzata soprattutto nei laboratori dei Paesi sudamericani e produce sugli assuntori effetti molto più potenti rispetto alla coca bianca. È una droga soltanto chimica, a differenza della cocaina comune.
Recentemente è divenuta irrevocabile la sentenza emessa dal Tribunale di Trento, con la quale il Giudice penale ha applicato la pena di 3 anni e 3 mesi di reclusione e 18.000 euro di multa per il cittadino dominicano destinatario della spedizione, condannandolo al pagamento delle spese processuali e ordinando la confisca e, quindi, la distruzione della sostanza stupefacente.
La merce sequestrata, destinata allo spaccio in Trentino, ha un valore stimato di circa 300'000 euro.