Sono passati sei anni dalla strage in cui morirono 86 persone, tra cui anche tre cittadine svizzere
NIZZA - Dopo i fuochi di artificio, la tragedia. A distanza di sei anni si apre lunedì il processo per l'attentato di Nizza, avvenuto il 14 luglio 2016. Quella sera, poco dopo le 22:30 un camion sfondò la folla, uccidendo 86 persone, tra cui tre svizzere, e lasciando dietro di sé più di 400 feriti.
Davanti alla corte di Parigi, che si riunirà nella stessa sala in cui si è concluso recentemente il procedimento penale per l'attacco al Bataclan, compariranno otto persone, tra cui una donna e sette uomini, tutti accusati di aver partecipato agli eventi o di essere a conoscenza delle intenzioni di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, attentatore e grande assente del processo, ucciso dalla polizia la notte stessa della strage.
Gli accusati - Tre uomini, Mohamed Ghraieb, che partecipa come libero cittadino sotto controllo giudiziario, Chokri Chafroud, in detenzione provvisoria, e Ramzi Arefa, anche lui al momento in prigione, sotto tutti accusati di associazione terroristica. I primi due, una volta amici Lahouaiej-Bouhlel, sono accusati l'uno di essere a conoscenza dell'adesione del terrorista all'estremismo islamico e l'altro di aver accompagnato Lahouaiej-Bouhlel sulla strada dove è avvenuto l'attentato nei giorni precedenti al fatto e di averlo aiutato a procurarsi delle armi.
Gli altri cinque, Artan Henaj, Maksim Celaj, Endri Elezi, Enkeledja Zace, Brahim Tritrou avrebbero tutti invece infranto la legge sulle armi e funto da canali di comunicazione l'uno tra l'altro nella ricerca delle armi necessarie a compiere la strage.
Il procedimento, riportano i media francesi, dovrebbe protrarsi fino al 16 dicembre. Affinché i cittadini di Nizza possano assistere al processo, è stata allestita in città una speciale sala in grado di accogliere 700 persone in cui verrà trasmesso il processo in diretta.
La notte del 14 luglio - Intorno alle 22:35, Lahouaiej-Bouhlel, 31 anni e padre di tre bambini, a bordo del suo camion da 19 tonnellate, guidò a una folle velocità sulla Promenade des Anglais, dove 30mila persone si erano riunite per assistere allo spettacolo pirotecnico tradizionale della festa nazionale francese.
Due giorni dopo la strage, lo Stato Islamico rivendicò l'attentato, ma gli inquirenti non sono mai riusciti a stabilire un legame tra Lahouaiej-Bouhlel e l'organizzazione terroristica. L'ipotesi è che si fosse convertito da poco tempo.
Tra le centinaia di persone rimaste coinvolte, anche due famiglie svizzere. Cristina e Kayla Solioz, mamma e figlia del Giura, avevano 31 e 8 anni. Linda Casanova Siccardi, residente ad Agno, aveva invece 54 anni.