Sale la tensione: «Le 150 persone delle raffinerie stanno prendendo in ostaggio i francesi»
PARIGI - Continua lo sciopero nelle raffinerie e depositi francesi di TotalEnergies: il governo ha chiesto agli stessi di «non bloccare il Paese», definendo «inaccettabile» il perdurare blocco degli impianti, e non escludendo una requisizione. La premier Elisabeth Borne, parlando in tv, ha chiesto ai dipendenti in sciopero di TotalEnergies «di rispettare l'accordo di maggioranza e di non bloccare il Paese con tutte le difficoltà che questo crea».
Prima di lei era stato Gabriel Attal, ministro dei Conti Pubblici, a definire «inaccettabile che ci sia il proseguimento dei blocchi anche se sono stati trovati accordi maggioritari per rivalutare gli stipendi» del colosso petrolifero.
Attualmente gli scioperi riguardano tre raffinerie (su sette) e cinque grandi depositi (su circa 200). Si tratta dei siti TotalEnergies in Normandia (raffineria e deposito), Donges (raffineria e deposito), La Mède (bioraffineria e deposito), Flandres (deposito) e Feyzin (deposito, la raffineria è stata chiusa per motivi tecnici).
Solo un deposito TotalEnergies, quello delle Fiandre vicino a Dunkerque, è stato oggetto di una requisizione ordinata dal governo. In totale il «30,1% delle stazioni di servizio» ha avuto problemi di approvvigionamento domenica sera per almeno un carburante, contro il 27,3% di sabato: «È troppo», ha detto la premier, che non ha escluso nuove requisizioni nell'eventualità di «situazioni molto tese».
Il presidente di Medef (la federazione dei datori di lavoro in Francia), Geoffroy Roux de Bézieux, ha sottolineato che «le 150 persone delle raffinerie stanno prendendo in ostaggio i francesi». Una settimana in più di penuria, «rischia davvero d'incidere sull'economia. Non è uno sciopero normale, il diritto di sciopero ha dei limiti».