Il Tribunale supremo federale è intervenuto per costringere gli agenti a sgomberare i manifestanti dalle autostrade
BRASILIA - La Polizia stradale federale (Prf) ha affermato di aver iniziato gli sgomberi dei blocchi stradali messi in atto dalle frange più estreme dei sostenitori del presidente brasiliano uscente, Jair Bolsonaro. Dalla mezzanotte tra lunedì e martedì gli agenti stanno ripristinando la circolazione sulle autostrade dello stato di Espírito Santo, dove erano in corso una decina di presidi illegali. Complessivamente sono stati oltre 130 gli sbarramenti causati da sostenitori bolsonaristi - molti i camionisti tra loro - che contestano il risultato delle elezioni presidenziali, che hanno assegnato la vittoria a Luiz Inácio Lula da Silva.
A sbloccare l'impasse è stato un ordine perentorio del ministro del Tribunale supremo federale (Stf) brasiliano, Alexandre de Moraes, che ha imposto alla Prf e alla Polizia militare di far tornare la situazione alla normalità. La plenaria dell'Stf ha dato sostegno a maggioranza alla decisione di Moraes all'alba di martedì, riferisce il quotidiano brasiliano O Globo. Per chi si rifiuta di fare il proprio dovere è prevista una sanzione da 100mila reales brasiliani (circa 19'200 franchi svizzeri) per ogni ora di disobbedienza, a partire dalla mezzanotte di martedì.
È stato necessario un ordine per costringere molti poliziotti stradali a entrare in azione: svariati video postati da media e social mostrano gli agenti che si rifiutano di prendere provvedimenti o solidarizzano con i manifestanti. Il portavoce della Prf ha evidenziato la necessità per le forze dell'ordine di parlare con i dimostranti, data la sproporzione numerica tra i pochi agenti presenti e la folla di bolsonaristi. Moraes ha disposto l'arresto in flagranza e la rimozione dall'incarico del direttore generale del Prf, Silvinei Vasques, in caso di mancato rispetto dell'ordine.