Dal 7 dicembre, giorno dell'arresto del presidente Castillo, la popolazione è in subbuglio
LIMA - Cresce con il passar delle ore la protesta in varie regioni del Perù contro il governo della presidente Dina Boluarte e il Parlamento, considerati «colpevoli» di aver tramato per arrivare alla destituzione del presidente Pedro Castillo, arrestato lo scorso 7 dicembre con l'accusa di tentato colpo di stato.
La tensione è ulteriormente aumentata nel pomeriggio di ieri quando è stata segnalata la morte di un dimostrante di 18 anni per gravi ferite alla testa in incidenti avvenuti vicino all'aeroporto di Andahuaylas, nella regione di Apurímac.
Questo scalo, e quello di Cajamarca, riferisce il quotidiano La Republica, sono stati occupati dai manifestanti e hanno sospeso la loro attività. Gli scontri sono stati particolarmente duri a Andahuaylas, e la Corpac, la compagnia che gestisce l'aeroporto ha segnalato che centinaia di persone hanno bloccato l'uscita di 150 agenti di polizia giunti in aereo da Lima.
Inoltre, aggiunge il portale, i manifestanti avrebbero preso in ostaggio alcune dipendenti della Corpac che lavoravano all'interno della struttura aeroportuale. Nella stessa zona, a Huancabamba, i manifestanti hanno appiccato il fuoco a un commissariato di polizia.
Per tutta la giornata, radio, tv e portali online hanno riferito di migliaia di persone, fra cui studenti, aderenti a sindacati, e contadini scese in strada in Cajamarca, Arequipa, Lambayeque, Tacna, Andahuaylas, Ica, Cusco e Puno, per chiedere il rilascio di Castillo, le dimissioni del capo dello stato, lo scioglimento del Parlamento e lo svolgimento di nuove elezioni.