Si tratta del 23enne Majidreza Rahnavard, ritenuto colpevole dell'uccisione di due agenti di polizia
TEHERAN - Il volto coperto. Una tuta grigia indosso. Una gru che tiene appesa a una corda una vita. Più sotto una scritta e alcuni paramilitari. È una scena già dura da vedere solo per immagine. Questa mattina è stato impiccato in Iran un 23enne di nome Majidreza Rahnavard, ritenuto colpevole della morte di due agenti e del ferimento di altri quattro durante le proteste.
Rahnavard è il secondo cittadino a essere impiccato in relazione alla ribellione in corso, scoppiata nel mese di settembre dopo la tragica di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia morale. Rahnavard era stato arrestato il 19 novembre e il 29 si è tenuto il suo processo. Un processo che secondo l'Ong Human Rights Iran sarebbe, come molti altri che si stanno tenendo in questi giorni, una farsa. «Almeno nove persone sono state ufficialmente condannate a morte».
Il 17 novembre Rahnavard avrebbe colpito ripetutamente alla testa e al collo con un coltello due poliziotti, ferendoli a morte. Nella fuga, altre quattro persone sarebbero state colpite dall'uomo, senza però alcun esito fatale. Secondo la stampa israeliana, durante il processo l'imputato ha riconosciuto i fatti di cui era accusato e affermato di aver «ucciso un fratello» e che «tutte le persone che stanno causando questi problemi (riferendosi ai moti di protesta, ndr) hanno torto. Ora ho capito che ho sbagliato e devo essere punito».
Sempre Human Rights Iran in un comunicato odierno scrive: «L'esecuzione pubblica di un giovane manifestante, 23 giorni dopo il suo arresto, è un altro grave crimine commesso dai leader della Repubblica islamica e una significativa escalation del livello di violenza contro i manifestanti. Majidreza Rahnavard è stato condannato a morte sulla base di confessioni estorte, dopo un processo gravemente iniquo. Questo crimine deve avere gravi conseguenze per la Repubblica islamica».
Proprio oggi l'Ue ha annunciato delle sanzioni che verranno applicate all'Iran. Il Paese non si è fatto attendere e ha sanzionato a sua volta dieci persone e cinque entità dell'Unione europea.
L'Iran risponde alle accuse - «Siamo precisi e veloci durante i processi equi dei nostri casi giudiziari e non badiamo alle chiacchiere e alla volontà altrui». «Non siamo preoccupati di essere incolpati da nessuno». Lo ha detto il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Ejei.
I commenti sono stati fatti in risposta al clamore interno e internazionale per la seconda esecuzione, legata alle proteste in corso in Iran, del 23enne Majidreza Rahnavard, avvenuta oggi in pubblico a Mashhad. Era accusato di aver ucciso due paramilitari delle forze Basij durante le proteste. (ats ans)