Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, esprime tutto il disappunto di Kiev per il mancato via libera agli agognati tank tedeschi.
KIEV - Ogni giorno di ritardo sulla fornitura dei carri armati Leopard «vuol dire la morte per gli ucraini». Mykhailo Podolyak esprime tutto il disappunto di Kiev per il mancato via libera agli agognati tank tedeschi, ritenuti necessari per dare una svolta alle sorti della guerra. «L'indecisione sta uccidendo sempre più persone - ha tuonato il consigliere del presidente Zelensky, chiedendo all'Occidente - ovvero a Berlino ma anche agli Stati Uniti - di "pensare velocemente».
Perché con il secondo anno di guerra alle porte, si teme sempre di più un'offensiva russa al più tardi in primavera, con Mosca che oggi ha rivendicato successi nell'avanzata a Zaporizhzhia. Mentre Washington avrebbe consigliato a Kiev di posticipare la sua di controffensiva, in attesa di essere meglio armata.
«Cos'altro c'è da controllare, Herr Pistorius? Consegni! È un peccato che la coalizione di governo della Germania si esponga così», ha incalzato il viceministro degli Esteri ucraino ed ex ambasciatore in Germania Andriy Melnik rivolgendosi al ministro della Difesa tedesco dopo la fumata nera sulla fornitura dei Leopard alla riunione del gruppo di contatto a Ramstein.
Di fronte alla titubanza di Berlino, il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov ha annunciato intanto che le sue truppe si addestreranno in Polonia all'utilizzo dei tank tedeschi. «Inizieremo da lì», ha detto, esprimendo in ogni caso ottimismo per un futuro via libera all'invio dei carri armati. Mentre dall'altra parte del fronte si esulta per l'indecisione di Olaf Scholz, tanto che i sanguinari mercenari Wagner hanno ironizzato inserendo il cancelliere tedesco tra «gli eroi dell'operazione Z».
Le dichiarazioni dei vertici ucraini per il mancato invio dei Leopard tradiscono l'insoddisfazione di Kiev tra i mille ringraziamenti per le nuove forniture militari annunciate dal vertice di venerdì alla base militare in Germania. Con Pistorius «abbiamo avuto una franca discussione, da continuare» ha assicurato Reznikov, che ha incassato il rinnovato sostegno dei baltici. «Noi, ministri degli Esteri di Lettonia, Estonia e Lituania, chiediamo alla Germania di fornire ora carri armati Leopard all'Ucraina», è stato l'appello dei tre Paesi. «La Germania, in quanto prima potenza europea - hanno sottolineato - ha una responsabilità speciale in questo senso».
Parole che evidenziano la spaccatura nella Nato, che non si limiterebbero alla questione delle armi, ma riguarderebbe anche la strategia per il futuro, secondo funzionari dell'Alleanza e dell'intelligence Usa interpellati dal New York Times. A Regno Unito, Polonia e baltici favorevoli a più forniture a Kiev, si opporrebbe - riferisce il quotidiano Usa - il Pentagono, più vicino alla linea di cautela sposata dalla Germania. Una cautela che dagli Stati Uniti si traduce nel consiglio a Kiev di aspettare a lanciare l'offensiva finale contro la Russia. Almeno fino a quando non sarà disponibile l'ultimo pacchetto di armi Usa e non sarà completato l'addestramento dei soldati ucraini, secondo un alto funzionario dell'amministrazione Biden citato dall'agenzia Reuters.
I segnali comunque sono inequivocabili. Nessuna tregua all'orizzonte, l'invasione continua, definita da Mosca una "Guerra Patriottica" contro Kiev e i suoi alleati europei: «La vittoria sarà nostra, come nel 1812 e nel 1945» contro Napoleone e Hitler, sono state le parole del vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. Dichiarazioni a parte però, anche la Russia tradisce incertezza sulle sorti del conflitto, preparandosi alla possibilità di difendersi persino sulla capitale: dopo i video e le foto dell'antiaerea montata sul ministero della Difesa e in un parco a ridosso della città, dall'esecutivo è arrivata la conferma che esercitazioni sono state condotte nella regione di Mosca «per respingere attacchi aerei contro importanti infrastrutture militari, industriali e amministrative».
Sul terreno infine il sangue continua a scorrere. Il conflitto vive una situazione di stallo, secondo l'intelligence britannica, mentre Mosca ha rivendicato di aver assunto posizioni più vantaggiose a seguito di un'offensiva a Zaporizhzhia. «Le perdite della Russia in Ucraina hanno superato la soglia psicologica di 120'000 militari», ha sostenuto l'esercito di Kiev, con il britannico Sun che ha alzato le cifre parlando di almeno 188'000 militari russi e Wagner morti o feriti nell'invasione, citando "fonti della Difesa Usa".
Le autorità ucraine continuano a denunciare morti tra i civili a Kharkiv e a Bakhmut, mentre si piange ancora per la tragedia dell'elicottero caduto a Brovary il 18 gennaio, che ha ucciso 14 persone tra cui il ministro dell'Interno Denys Monastyrskyi. «L'Ucraina perde ogni giorno i suoi figli e le sue figlie migliori», ha detto Zelensky senza riuscire a trattenere le lacrime ai funerali.