Secondo i pubblici ministeri i fratelli volevano rendere le sei vittime loro schiave. Due delle donne e l'avvocato dichiarano che «è falso»
BUCAREST - «Non succederà nulla di brutto». «Sarai mia per sempre». Questi sono solo alcuni dei messaggi estrapolati dal fascicolo redatto dal tribunale di Bucarest sul caso Tate. L'ex campione di Kickboxing è, insieme al fratello, in carcere dal 29 dicembre. È sospettato di essere all'origine di un traffico di esseri umani a scopo sessuale.
I fratelli Tate dovranno restare dietro le sbarre almeno fino al 27 febbraio. Ma, se i giudici lo riterranno necessario, la loro detenzione potrebbe protrarsi fino alla fine di giugno. Mentre le indagini vanno avanti, l'agenzia di stampa Reuters è riuscita ad avere accesso alla documentazione del tribunale.
Secondo i pubblici ministeri, i fratelli Tate avrebbero obbligato almeno sei donne a vivere in condizioni di schiavismo, attirandole con l'inganno - ad esempio una storia d'amore promettente - e creando e controllando in un secondo momento i loro account su OnlyFans, piattaforma grazie a cui i due avrebbero guadagnato decine di migliaia di dollari.
Dall'incarto risulta, per esempio, che una donna proveniente dalla Moldavia si sia fatta convincere da Tate a raggiungerlo in Romania. I fatti risalgono al mese di febbraio del 2022. Il nove, per essere precisi, Tate le scriveva su Whatsapp: «Non succederà niente di brutto, ma devi restare dalla mia parte». Il mese successivo, l'uomo l'avrebbe violentata almeno due volte.
I due fratelli negano le accuse formulate nei loro confronti. L'avvocato Eugen Vidineac, che si occupa della difesa, afferma che le accuse di stupro siano state inventate e sottolinea che «nessuna donna è stata maltrattata, nessuna è stata obbligata a fare nulla.
A rinforzare la tesi dell'avvocato ci sono due delle donne che nel fascicolo vengono identificate come vittime che a metà gennaio hanno dichiarato di «non essere vittime. Non puoi etichettarmi come vittima se non lo sono».