Dal 2003 al 2020 ha agito senza nessuna ripercussione, commettendo più di 80 reati gravi, tra cui lo stupro, contro 12 diverse vittime
LONDRA - Per venti anni ha agito, usando la divisa come scusa, per perpetrare atti di violenza e di terrore contro le donne. È questa, in sostanza, la conclusione a cui è arrivata la giudice che ha seguito il caso di David Carrick, ex agente di polizia, che ha ammesso di aver compiuto 85 reati gravi, tra cui lo stupro, contro dodici diverse donne. Dovrà scontare la massima pena e passare, come minimo, i prossimi 32 anni della sua vita - tolto il periodo di detenzione finora osservato - in prigione.
Per anni ha agito senza alcuna ripercussione. Tra le altre cose, è stato riconosciuto colpevole di aver rinchiuso delle donne in piccoli spazi, come degli armadi, di averle aggredite sessualmente e stuprate. In un'occasione, la prima per cui è stato condannato, si è prima guadagnato la fiducia di una vittima spiegandole che essendo, lui, un agente di polizia, si trovava al sicuro. Poi le ha puntato una pistola alla testa e l'ha violentata.
Di lui la giudice Bobbie Cheema-Grubb ha detto in aula, riporta il Guardian: «Ti sei comportato come se fossi intoccabile. Sei stato audace ea volte implacabile, confidando che nessuna vittima avrebbe superato la vergogna e la paura di denunciarti. Per quasi due decenni hai avuto ragione».
I suoi atti, ha continuato la giudice, hanno avuto degli effetti devastanti sulle vittime e sulla loro fiducia nelle istituzioni: «Hai plasmato le loro vite, le hai private della capacità di fidarsi degli uomini e di stringere relazioni. Alcune soffrono di disturbi mentali e di solitudine. Continuano a mettere in discussione il proprio giudizio. Non si fidano della polizia».