Ieri sera il discorso del Presidente che ufficializza di non voler indietreggiare. Ma i filorussi: «Ritiro caotico di piccoli gruppi».
KIEV - Si allontana l'ipotesi di un «ritiro tattico graduale» dell'esercito ucraino da Bakhmut, come aveva invece ipotizzato ieri un approfondimento dell'Istituto americano per lo studio della guerra. Al contrario, Volodymyr Zelensky ha deciso di rinforzare la difesa della città simbolo della resistenza, sotto il fuoco russo dallo scorso maggio.
«Ho detto al Capo di Stato Maggiore di trovare le forze adeguate per aiutare i ragazzi a Bakhmut - ha detto Zelensky durante il discorso serale di ieri ripreso dal Guardian - Non c'è parte dell'Ucraina che sia stata abbandonata».
Appianate le divergenze - Quanto alle divergenze con il comandante delle Forze Armate, Valerii Zaluzhnyi, che già da tempo ipotizzava una ritirata ritenendola ragionevole, tutto sembra dunque appianarsi. In effetti l’alto ufficiale, insieme con Oleksandr Syrskyi, comandante delle Forze terrestri, secondo quanto riferito dal Presidente ucraino, «si sono espressi a favore della continuazione dell'operazione difensiva e dell'ulteriore rafforzamento delle posizioni a Bakhmut».
Truppe russe in «quasi la metà» della città - Nel frattempo però, se da giorni l’accerchiamento russo è quasi interamente riuscito, i vertici dell'autoproclamata repubblica filorussa di Donetsk - secondo quanto riporta un'agenzia Ansa - oggi fanno sapere che le truppe di Mosca controllano anche «quasi la metà» della città, che è in atto «un ritiro caotico di piccoli gruppi» di soldati ucraini e che, tra questi, alcuni si starebbero arrendendo.
Cosa dicono gli analisti - Relativamente invece al valore simbolico della città, se per i russi - secondo gli analisti dell'Istituto per lo studio della guerra - Bakhmut «non è importante da un punto di vista strategico», al contrario assume per gli ucraini un valore strategicamente significativo proprio per il forte dispendio - in termini di forze di vite - profuso da Mosca.
Ma non solo, il centro studi statunitense, indirettamente, ipotizza anche che dietro le recenti lamentele, a proposito dei mancati rifornimenti di munizioni da parte di Mosca, espresse da Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo paramilitare Wagner, potrebbe celarsi una contrapposizione con lo stesso Presidente russo, Vladimir Putin. Ecco perché il gruppo paramilitare potrebbe rappresentare una vittima sacrificale nel piano del Cremlino.
Il conflitto - In riferimento alla notte appena trascorsa, secondo quanto comunicato dallo stato Maggiore di Kiev, l'esercito di Mosca ha effettuato 50 attacchi aerei e cinque missilistici. La difesa ucraina, solo nell'area circostante Bakhmut, ne ha respinte 37. La controffensiva ha invece sferrato 15 attacchi aerei, oltre ad aver abbattuto un velivolo SU-25 e 17 droni.
Intesa Cina-Russia - Sul piano delle alleanze, infine, la Cina si fa sempre più vicina alla Russia, come confermano le parole Esteri cinese Qin Gang, che in conferenza stampa - a margine del 14esimo Congresso del Popolo a Pechino - ha difeso il proprio rapporto con Mosca, inteso come elemento di stabilità in un quadro politico internazionale, che invece - sempre secondo l'esponente della politica estera cinese - vede gli Usa «accelerare lungo la strada sbagliata».