Giorgos Gerapetritis, numero uno ai Trasporti, ha annunciato le misure di sicurezza che riguarderanno l'infrastruttura ferroviaria
ATENE - «Se avessimo avuto un sistema di controllo remoto universale nel Paese, nonostante l'errore umano, la tragedia sarebbe stata evitata». Lo ha dichiarato il neo-ministro dei Trasporti greci, Giorgos Gerapetritis, in conferenza stampa commentando la tragedia ferroviaria di martedì scorso nella valle di Tebi, dove 57 persone hanno perso la vita.
«Fatalità evitabile» - Gerapetritis ha poi spiegato come, secondo il protocollo, dopo la partenza del treno ci sarebbe dovuto essere un monitoraggio sul pannello di controllo della stazione di Larissa. «Se ci fosse stato il monitoraggio, la fatalità sarebbe stata evitata» ha dichiarato il ministro, spiegando come, invece, «il treno passeggeri è entrato nel binario sbagliato senza alcuna reazione da parte del treno merci», che viaggiava in direzione opposta sullo stesso binario.
Le contromisure - Gerapetritis ha affermato che le annunciate migliorie sulla sicurezza ferroviaria riguarderanno un contratto per l'esercizio automatico e il segnalamento della rete. Ha poi aggiunto che il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha interpellato il leader del gruppo francese Alstom, che opera sia nella costruzione di treni che d'infrastrutture ferroviarie. Gli aggiornamenti di sicurezza di emergenza saranno la priorità, ha assicurato il ministro. Tra le misure è prevista la presenza in contemporanea di due capistazione, per evitare quanto accaduto a Larissa e che ha provocato l'incidente mortale.
50mila in piazza - Sono 50mila, secondo i dati forniti dalla polizia ellenica, le persone scese in piazza nel centro di Atene per chiedere verità e giustizia per le 57 vittime dell'incidente ferroviario della valle di Tebi e protestare contro le privatizzazioni.
Il lungo corteo, ora radunatosi davanti all'università di Atene, è diretto a piazza Syntagma dove si trova la sede del Parlamento greco. Alla protesta partecipano i sindacati dei dipendenti pubblici impiegati nell'istruzione, nei trasporti e nel settore sanitario e i collettivi studenteschi.
«I nostri morti per il loro profitto», si legge su molti striscioni, mentre i manifestanti scandiscono cori contro «le privatizzazioni macchiate di sangue» nel mondo del lavoro. Fermi, a seguito della protesta, anche i trasporti marittimi verso le isole, mentre i dipendenti del settore ferroviario continuano lo sciopero per l'ottavo giorno consecutivo.