Hanno Berger, avvocato fiscalista, è stato condannato dal tribunale di Wiesbaden per lo scandalo "cum ex"
WIESBADEN - Hanno Berger, avvocato tedesco che si era trasferito in Svizzera sfuggendo per anni alla giustizia del suo paese, ritenuto una figura centrale nello scandalo fiscale passato alla storia con il nome di "cum ex" in Germania, è stato condannato dal tribunale di Wiesbaden (Assia) a otto anni e tre mesi di detenzione, in un giudizio che però non è ancora definitivo.
Il 72enne è accusato di evasione fiscale in tre casi. La procura di Francoforte aveva accusato Berger di aver contribuito agli affari delle azioni con i cum ex dal 2006 al 2008, portando a rimborsi fiscali ingiustificati da 113 milioni di euro (circa 111 milioni di franchi al cambio attuale). Berger ha fornito consulenze a banche, fondi e investitori sugli affari con i cum ex, e per questa attività ha incassato milioni.
Respinta sempre ogni accusa, l'uomo che un tempo era stato in servizio come funzionario dell'amministrazione fiscale dell'Assia si è detto a lungo vittima della giustizia.
Aveva anche tentato di sottrarsi al processo, fuggendo in Svizzera nel 2012. Le manette ai suoi polsi erano scattate nel luglio 2021 nei Grigioni: il fermo era stato operato su mandato delle autorità di Berlino. Era poi stato consegnato alla giustizia tedesca nel febbraio dell'anno scorso e a dicembre ha avuto la sua prima condanna a otto anni dal tribunale di Bonn (Renania Settentrionale-Vestfalia). Il giudizio di Bonn non è ancora in vigore e Berger lo ha impugnato davanti alla Corte federale.
L'avvocato fiscalista è considerato una delle menti che hanno ideato e promosso le transazioni cum ex, attraverso le quali numerosi investitori hanno approfittato sull'arco di diversi anni di una lacuna della legge tedesca per arricchirsi a spese dello stato. Il trucco consisteva nello spostare azioni con ("cum") e senza ("ex") diritto al dividendo avanti e indietro intorno alla data del versamento. Le autorità tributarie tedesche si sono così trovate a rimborsare imposte sulle plusvalenze che in realtà non erano state pagate.
Questo meccanismo, applicato da tutta una serie di fiscalisti, ha comportato perdite di decine di miliardi di euro per lo stato tedesco. La scappatoia fiscale è stata chiusa nel 2012. Da allora sul caso sono attivi i tribunali e diverse procure, per procedimenti che dureranno ancora anni. A Siegburg, città a una decina di chilometri da Bonn, si è pensato addirittura alla costruzione di uno stabile appositamente pensato per i processi del filone cum ex: l'edificio dovrebbe essere pronto nel 2024.