Il movente di Thomas Matthew Crooks resta nell'ombra. L'Fbi sta passando sotto la lente lo smartphone e i social del giovane attentatore
A novembre avrebbe avuto l'età per votare per la prima volta ad un'elezione presidenziale americana. Invece Thomas Matthew Crooks sabato ha deciso di prendere la sua auto, guidare per un'ora e sparare contro Donald Trump per ucciderlo. Un atto brutale che ha cambiato improvvisamente la campagna elettorale ma che rimane, ancora, senza un movente.
L'indagine dell'Fbi ha stabilito finora che il 20enne di Bethel Park, una cittadina di 30.000 anime alla periferia di Pittsburgh, ha agito da solo e non soffriva di disturbi mentali evidenti. L'agenzia in queste ora sta passando al setaccio il suo cellulare alla ricerca di qualsiasi indizio sulle ragioni che lo possano aver spinto ad un atto così estremo. Sui suoi social media nessuna indicazione, post di minacce o dichiarazioni di affiliazioni sospette, a parte la passione per le armi coltivata sul canale Youtube Demolition Ranch; e anche dalle interviste ad ex compagni di classe e vicini non emerge nulla di particolare se non il profilo di un ragazzo bullizzato, solo e frustrato che ha, follemente, creduto di poter uscire dall'ombra nella quale è vissuto tutta la sua vita compiendo l'assassinio di un ex presidente.
L'app per chattare Discord, una piattaforma molto popolare tra gli appassionati di giochi online, ha affermato che l'attentatore aveva un account ma lo utilizzava raramente, mai negli ultimi mesi e mai per promuovere la violenza o discutere le sue opinioni politiche. Nessuno degli ex studenti intervistati ha parlato di passioni politiche particolarmente accese, a parte l'ex compagno di classe Max R. Smith, che ha raccontato al Philadelphia Inquirer di aver condiviso una lezione di storia americana con Crooks ricordando un finto dibattito in cui il loro insegnante separò gli studenti da un lato o dall'altro della classe per fedeltà politica: «La maggioranza della classe era dalla parte liberal, ma Tom, qualunque cosa accadesse, rimaneva dalla parte conservatrice. Questa - ha detto il 21enne - è ancora l'immagine che ho di lui. Da solo da una parte mentre il resto della classe era dall'altra». Crooks d'altra parte era registrato come elettore repubblicano negli elenchi della Pennsylvania ma il giorno dell'inaugurazione di Joe Biden donò 15 dollari a un gruppo democratico.
Non era neanche particolarmente bravo a sparare tanto da essere escluso al club di tiro della scuola, secondo quanto hanno rivelato due ex compagni di classe di Thomas. «Il primo giorno praticamente non è riuscito nemmeno a centrare il bersaglio», ha rivelato Jameson Myers. «Era davvero un pessimo tiratore», ha aggiunto il capitano della squadra Frederick Mach.
Intanto la casetta a schiera dove viveva con i genitori è stata circondata da auto della polizia che hanno chiuso la strada al traffico per evitare l'arrivo di giornalisti e curiosi. Quanto all'arma usata per l'attentato il capo dell'Fbi di Pittsburgh, Kevin Rojek, ha confermato che si tratta di un fucile AR-15, acquistato legalmente dal padre del giovane sei mesi prima (l'uomo detiene legalmente almeno un'altra ventina di armi in casa, tutte registrate a suo nome). Non è chiaro se Thomas l'abbia preso di nascosto o avesse avuto l'autorizzazione del genitore. «Stiamo lavorando giorno e notte per ricostruire i suoi movimenti nelle ore, nei giorni e nelle settimane precedenti la sparatoria», ha spiegato Rojek, avvertendo tuttavia che «siamo ancora all'inizio di questa indagine».
Secondo alti funzionari di polizia, poco ore prima dell'attacco al comizio del tycoon a Butler, Crooks ha acquistato 50 proiettili in un'armeria locale. È emerso inoltre che quando gli investigatori ne hanno perquisito il corpo dopo averlo ucciso, hanno trovato un trasmettitore. Un'informazione che si collega al dettaglio secondo cui nell'auto di Crooks - una Hyundai Sudan trovata parcheggiata nel Butler Farm Show Grounds - è stato trovato un ricevitore, con fili collegati ad una scatola di metallo contenente possibili esplosivi. Gli investigatori stanno cercando di determinare se il telecomando collegato al possibile dispositivo esplosivo facesse parte del complotto dell'assassinio: una delle ipotesi all'esame è che il killer intendesse far detonare gli esplosivi nella sua auto come tattica di distrazione, distogliendo l'attenzione e il personale di sicurezza.