Arrestati mentre si scambiavano un'arma sul posto di lavoro: i due usavano torni e frese per preparare armi da fuoco.
NAPOLI - Nel film commedia del 1956 "La banda degli onesti", Totò e Peppino si ingegnavano a produrre banconote fai da te, nascosti in una copisteria trasformata in una Zecca dello Stato abusiva, cercando poi il coraggio per utilizzare i soldi auto prodotti.
L'officina clandestina - Gli anni passano e si arriva a ieri pomeriggio quando - questa volta nella realtà - la Polizia di Stato di Napoli ha arrestato due persone di 58 e 62 anni che avevano deciso di adibire - anche loro - un locale privato a officina per la preparazione, riparazione e la modifica di armi da fuoco.
Trasformavano armi giocattolo - Come spiega la Polizia, i due si erano attrezzati con torni e frese per la manutenzione e preparazione delle armi e con prodotti chimici per la saldatura e la pulizia. Durante la perquisizione nel laboratorio clandestino sono stati poi recuperati un silenziatore, svariate canne di pistole, altre parti di armi e un lampeggiante solitamente utilizzato dalle Forze dell’Ordine.
Gli improvvisati artigiani si avvalevano di opuscoli con le specifiche tecniche e quanto necessario per trasformare armi giocattolo in vere e proprie armi da fuoco.
Arresto e perquisizione - I due sono stati fermati dagli agenti di Poggioreale e Ponticelli mentre, sul posto di lavoro, si scambiavano una pistola calibro 6.35, con matricola abrasa e un caricatore con sei proiettili. Dalle successive perquisizioni presso le abitazioni e sui luoghi di lavoro dei fermati sono state poste sotto sequestro armi e munizioni, come una pistola replica Beretta mod. 92 e una semiautomatica.
L'accusa - «Detenzione e porto abusivi in luogo pubblico di armi clandestine e detenzione abusiva di armi, parti di esse e munizioni», questa la motivazione del fermo: non un vero e proprio lieto fine per l’aspirante "banda degli onesti".