Oggi si è svolta anche la riunione dell'Eurogruppo, per cercare un accordo comune per affrontare la crisi
La Commissione europea ha invitato gli Stati ad estendere la chiusura delle frontiere esterne per altri 30 giorni
BRUXELLES - La Francia è uno degli Stati membri che continua a credere in un accordo dell'Eurogruppo (i Ministri delle finanze dei 19 Stati membri dell'Ue che hanno adottato l'euro) per giungere ad una risposta unitaria europea alla crisi economica e sociale dovuta al coronavirus. Un fallimento «è impensabile», ha detto il Ministro dell'economia Bruno Le Maire, auspicando l'intesa tra partner dell'Ue alla riunione di domani.
L'Olanda frena - L'accordo in seno all'Eurogruppo sullo strumento da adottare per far fronte alla crisi del coronavirus «è bloccato dalla sola Olanda». Secondo fonti dell'Eliseo raggiunte dall'agenzia di stampa italiana Ansa, questa posizione olandese è «controproducente, incomprensibile e non può durare».
Il blocco olandese è centrato sull'idea di «non togliere tutte le condizioni» per l'accesso al Meccanismo europeo di stabilità (Mes), detto anche Fondo salva-Stati. «Per noi e la maggior parte degli alleati, la sola condizione - hanno spiegato le fonti dell'Eliseo - è che i fondi vengano spesi per far fronte alla crisi».
Per l'Olanda, continuano le fonti, «ci devono essere altre condizioni», anche di tipo «macroeconomico», «riguardanti ad esempio le riforme e il ritorno all'equilibrio finanziario». Le condizioni olandesi «vanno al di là della gestione della crisi», aggiungono le fonti della Presidenza francese, «mentre noi vogliamo attenerci a questo. È il punto essenziale del blocco».
L'Austria mette le mani avanti - «Non vogliamo che l'Austria sia responsabile per il pagamento di debiti di altri Stati. Allo stesso tempo aiuteremo i Paesi più colpiti dal coronavirus in solidarietà, e a livello europeo. Andremo avanti con i negoziati fino a quando sarà trovata una soluzione». Così il Ministro delle finanze austriaco Gernot Bluemel, dopo il nulla di fatto alla riunione dell'Eurogruppo.
Frontiere ancora chiuse - La Commissione europea ha invitato gli Stati membri dell'Ue a estendere per altri 30 giorni - fino al 15 maggio - la restrizione temporanea per i viaggi non necessari dai Paesi terzi, per limitare la diffusione del coronavirus. Così una nota dell'esecutivo europeo, in cui si avverte: «Un'azione parallela e coordinata alle frontiere esterne costituisce un aspetto essenziale di una strategia di uscita concertata e della graduale revoca delle misure di contenimento in Europa».
Libera circolazione per le forniture mediche - Si è riunita oggi nel frattempo per la prima volta la task-force coronavirus sul mercato interno, composta da Commissione europea e Stati membri, con l'obbiettivo di eliminare tutti gli ostacoli alla libera circolazione di prodotti come maschere per il viso, forniture mediche e alimenti in tutta l'Ue.
La task-force dovrà garantire l'esecutività delle linee guida sulle corsie preferenziali (corridoi 'verdi') presentate dalla Commissione il 16 marzo scorso e approvate dai leader europei il 26.
«Le restrizioni impediscono ai beni essenziali di raggiungere chi ne ha più bisogno», ha dichiarato il Commissario Ue, Thierry Breton, «il mercato unico è la spina dorsale della nostra risposta comune e abbiamo bisogno di azioni decisive per eliminare eventuali restrizioni che lo minano».
Passa l'iniziativa d'investimento - In giornata sono anche arrivati i primi via libera di Consiglio Ue e Parlamento europeo alla piena flessibilità nell'uso dei fondi strutturali per affrontare l'emergenza. Gli ambasciatori dei 27 Stati membri hanno dato il loro parere favorevole, senza proporre alcun emendamento, alla proposta avanzata settimana scorsa dalla Commissione Ue, la cosiddetta 'Iniziativa d'investimento in risposta al coronavirus plus' (Crii Plus).
L'obiettivo è garantire una flessibilità totale nell'uso delle risorse legate alla politica di coesione e dare un taglio netto alla burocrazia nell'anno contabile 2020-21. Ai Paesi sarà così permesso di trasferire risorse fra fondi diversi, regioni e settori e potrà anche essere sospeso l'obbligo di co-finanziamento nazionale per i progetti beneficiari dei fondi strutturali.