«Caos, divisioni e una totale carenza di empatia»: queste le parole utilizzate da Michelle Obama.
«È come Nerone che suonava mentre Roma bruciava. Lui invece gioca a golf durante la pandemia» ha aggiunto Bernie Sanders.
WASHINGTON - Michelle Obama, Bernie Sanders e una carrellata di altri esponenti democratici, ma anche l'ex governatore repubblicano dell'Ohio John Kasich, hanno preso parte alla convention virtuale democratica nella notte. Il presidente statunitense Donald Trump è stato al centro di ogni discorso e di ogni critica. Ma nel complesso la serata, nonostante i tanti video e gli stacchi musicali, è apparsa noiosa, con poco ritmo e scarsa energia.
«Ovunque guardiamo a questa Casa Bianca per cercare qualche leadership o consolazione o qualsiasi parvenza di fermezza, quello che otteniamo è caos, divisioni e una totale carenza di empatia»: con un discorso potente ed emotivo, Michelle Obama scalda la platea della convention democratica, per la prima volta tutta virtuale a causa della pandemia, con un attacco diretto al presidente Usa Donald Trump, «il presidente sbagliato per il nostro Paese», travolto in «una situazione chiaramente più grande di lui».
Mai una ex first lady aveva criticato così aspramente e direttamente un candidato che non sosteneva, mettendolo sotto accusa per la gestione della pandemia, dell'economia, delle proteste razziali. E avvisa: «se pensate che le cose non possono peggiorare, credetemi, non è vero, a meno che non facciamo un cambiamento in queste elezioni. Se abbiamo una speranza di finire questo caos, dobbiamo fare il possibile per votare Joe Biden». Quindi ne ha lodato il carattere e la competenza, in un ritratto intimo: «conosco Joe. È stato un magnifico vicepresidente. Sa cosa serve per salvare l'economia, battere la pandemia e guidare il paese. È un uomo profondamente perbene, che sa ascoltare, che dirà la verità e che crede nella scienza».
Michelle ha lanciato anche un appello a votare in qualunque modo, anticipatamente, per posta o di persona, denunciando che «stanno facendo tutto per ostacolare il voto», un riferimento al sabotaggio delle poste da parte del tycoon.
Anche la seconda stella della serata, il senatore socialista Bernie Sanders, l'ultimo rivale di Biden a ritirarsi dalla corsa, ha lanciato un attacco feroce a Trump: «È come Nerone che suonava mentre Roma bruciava. Lui invece gioca a golf durante la pandemia».
«Questa elezione - ha ammonito - è la più importante nella storia moderna del nostro Paese. In risposta ad una serie di crisi senza precedenti, serve una risposta senza precedenti, un movimento, come mai prima, di gente preparata a resistere e a combattere per la democrazia e la moralità, e contro l'avidità, l'oligarchia e l'autoritarismo». Ma il suo messaggio principale, soprattutto alla sua base progressista che nel 2016 in parte non sostenne Hillary Clinton, è quello dell'unità per sconfiggere Trump «perché è in gioco il futuro della nostra democrazia».
Tanto che lui stesso si impegna a lavorare «anche con i moderati e con i conservatori» per allargare la tenda dem. Come l'ex governatore repubblicano dell'Ohio ed ex candidato presidenziale John Kasich, un critico di Trump che annuncia il suo sostegno a Biden nonostante alcune differenze, aprendo la strada anche per altri militanti del Grand Old Party.
Ma la scelta di farlo parlare alla convention irrita la deputata progressista Alexandria Ocasio-Cortez, giovane star del partito che parlerà stasera dopo aver creato la prima polemica della convention: «possiamo costruire ponti ma non perdere di vista i nostri valori. È importante ricordare che Kasich è un antiabortista». Anche Trump se la prende con l'ex rivale: «era un perdente come repubblicano e lo sarà come democratico».
Nella carrellata dei video si alternano il governatore di New York Andrew Cuomo, la sua collega del Michigan Gretchen Whitmer, la senatrice Amy Klobuchar, tutti a invocare l'unità contro il trumpismo. E vari americani comuni alle prese con la pandemia e la crisi economica, trasformati in testimonial dello slogan della prima serata, "We people".
Tra loro Kristin Urquiza, che ha perso il padre per il coronavirus e che ha accusato la malagestione di Trump per la sua morte: «si fidava di lui e se n'è pentito». Toccanti pure le parole del fratello di George Floyd, l'afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis, che ha chiesto un momento di silenzio per ricordare lui e le altre vittime perse «a causa dell'odio e dell'ingiustizia». Ma nel complesso la convention virtuale, nonostante i tanti video e gli stacchi musicali, è apparsa noiosa, con poco ritmo e scarsa energia: si sente la mancanza della folla e delle coreografie di rito.