L'ex governatrice dell'Alaska - candidata vicepresidente nel 2008 - correrà per la Camera. L'ex presidente tifa per lei.
La Palin si è candidata al seggio (l'unico del suo Stato) dopo la scomparsa del deputato Don Young. Alle primarie dell'11 giugno si presenteranno in una quarantina.
WASHINGTON - L'ex stella della destra Usa Sarah Palin, già candidata a vice presidente con John McCain, torna in campo dopo oltre 10 anni con la benedizione di Donald Trump, di cui è stata una precorritrice, con il suo conservatorismo combattivo e il suo appeal anti-establishment.
L'ex governatrice dell'Alaska ha annunciato che correrà per l'unico seggio del suo Stato alla Camera Usa, diventato vacante dopo la recente scomparsa del repubblicano Don Young, il deputato più longevo del suo partito (49 anni). La Palin ha presentato la sua candidatura per l'elezione suppletiva all'ultimo minuto, aggiungendo il suo nome alla folla di quasi 40 concorrenti che l'11 giugno si sfideranno nelle primarie: solo i primi quattro saranno votati nelle urne il 16 agosto.
Prima di sciogliere le ultime riserve si è consultata con il tycoon, che l'ha incoraggiata a correre promettendole il suo endorsement. Nelle ultime settimane aveva ventilato più seriamente la sua candidatura intervenendo alla Fox, dove aveva evocato l'ex presidente: «Abbiamo bisogno di persone come Donald Trump, che non ha niente da perdere, come me».
«L'America è a un punto di svolta. Guardando l'estrema sinistra distruggere il Paese mi sono detta che dovevo farmi avanti e unirmi alla lotta», ha spiegato dopo aver rotto gli indugi, martellando subito contro le politiche «socialiste» dei democratici, l'alta inflazione, l'impennata dei prezzi del carburante, l'immigrazione illegale. La 58enne Palin ha fatto la storia diventando nel 2008 la prima candidata repubblicana a vice presidente - e la seconda donna dopo la dem Geraldine Ferraro nel 1984 - nel ticket con il senatore John Mccain, che perse con il tandem Obama-Biden.
In quel periodo diventò un modello di ispirazione per le donne conservatrici, sparando a zero su temi come l'aborto, le questioni Lgbtq e l'educazione nelle scuole pubbliche, tutti temi che i repubblicani cavalcano anche oggi. Dopo la sconfitta diventò una stella del Tea party, il movimento della destra americana che ha spianato la strada all'arrivo di Trump. Ma si prese un lungo break dalla politica, apparendo frequentemente sulle tv di destra, da Fox News a NewsMax, e partecipando a due reality show sulla sua famiglia.
Nella corsa alla Casa Bianca del 2016 ha sostenuto a spada tratta 'The Donald' e nel 2020 ha rilanciato le sue false accuse di brogli elettorali. Nei mesi scorsi ha perso la causa legale contro il New York Times, dopo averlo accusato di diffamazione per un articolo che la collegava ad una sparatoria mortale.