È l'accusa che la Cina rivolge all'Europarlamento alla luce di un suo recente rapporto
PECHINO / BRUXELLES - La Cina accusa l'Europarlamento di «pregiudizio ideologico» e di «distorsioni» nei confronti di Pechino nell'ultimo rapporto che punta soprattutto sulle sfide alla sicurezza nell'Indo-Pacifico e sulle aspre critiche per la posizione adottata da Pechino rispetto alla guerra in Ucraina e per le violazioni dei diritti umani contro gli uiguri, per le pressioni su Taiwan e per la repressione a Hong Kong.
Il rapporto nega a Pechino «il diritto legittimo di salvaguardare la sua sovranità e la sua sicurezza, e interferisce grossolanamente negli affari interni della Cina», si legge in una nota della missione diplomatica cinese presso l'Ue.
Il Parlamento europeo ha adottato ieri in sessione plenaria la relazione sull'Ue e le sfide alla sicurezza nell'Indo-Pacifico, sostenendo che la Cina rappresenta una minaccia per gli interessi europei nella regione, criticando la posizione di Pechino su Ucraina, Taiwan, Hong Kong, Macao e Xinjiang e invitando l'Ue a rafforzare il partenariato esistente con Taipei.
La relazione, «basata su pregiudizi ideologici, distorce la politica e la posizione della Cina, gioca con l'ideologia della 'minaccia cinese', nega il diritto legittimo della Cina di salvaguardare la propria sovranità e sicurezza e interferisce gravemente con gli affari interni della Cina», ha tuonato nella nota il portavoce della missione diplomatica cinese a Bruxelles.
L'Asia-Pacifico «è la regione più vivace del mondo e funge da battistrada per la pace e lo sviluppo: la chiave del successo è una cooperazione reciprocamente vantaggiosa».
Per quanto riguarda gli affari relativi a Taiwan, Hong Kong, Macao e Xinjiang, il portavoce ha affermato che «si tratta esclusivamente di affari interni della Cina, che non consentono interferenze straniere» e che, quanto a Taipei, vale «il principio della 'Unica Cina'». Pechino, quindi, esprime «forte disapprovazione» e «ferma opposizione» e «sollecita il Parlamento europeo a entrare nel giusto stato d'animo, rispettare i fatti e vedere lo sviluppo della Cina e le politiche interne ed estere in modo obiettivo e razionale».
In arrivo a Strasburgo c'è anche la questione dello Xinjiang e della repressione a carico delle minoranze musulmane, a partire da quella uigura: secondo quanto riportato dal South China Morning Post, importanti deputati stanno spingendo per designare le presunte violazioni dei diritti umani come «genocidio», in scia a quanto approvato nei mesi scorsi dagli Usa.