L'ex cancelliere dello Scacchiere ha dalla sua oltre un centinaio di voti tra i Tories. Riconciliazione con BoJo?
LONDRA - Rishi Sunak, 42 anni, ex cancelliere dello Scacchiere ben visto dai mercati e già sostenitore pragmatico della Brexit, accelera nella corsa verso la successione di Liz Truss come leader Tory e prossimo premier del Regno Unito. Oggi ha formalizzato la sua discesa in campo.
In un messaggio si è impegnato ad attuare il manifesto elettorale del 2019, ma anche a rimettere «in sesto l'economia» in un momento difficile di crisi all'insegna «della competenza e dell'integrità».
Riconciliazione con BoJo?
Sunak, che punta a diventare il primo capo del governo di Sua Maestà le cui radici familiari affondano in India, un tempo gioiello della corona dell'Impero Britannico, ha incontrato nelle scorse ore l'ex premier Boris Johnson, indicato come suo rivale potenziale numero uno in veste d'ipotetico cavallo di ritorno; incontro dopo il quale hanno iniziato a prendere corpo voci d'un annuncio imminente di riconciliazione fra i due. Ma per il momento non c'è nessuna conferma ufficiale.
L'epilogo potrebbe essere dunque quello di un'intesa - allargata anche alla ministra Penny Mordaunt, terza pretendente al dopo Truss (e unica ad aver peraltro formalizzato finora la discesa in campo) - per consentire all'ex cancelliere di presentarsi domani alla testa di una compagine unitaria come candidato premier unico al momento della scadenza dei termini per il via ufficiale alla partita: che a quel punto si trasformerebbe in una sua incoronazione immediata da parte del partito di maggioranza alla Camera dei Comuni.
Sunak si è del resto rafforzato nelle scorse ore superando abbondantemente il quorum di 100 endorsement fra i 357 deputati Tory richiesto questa volta per essere ammessi alla gara. Endorsement fra i quali non sono mancati quelli di ex johnsoniani di spicco come Dominic Raab o Steve Barclay e di figure chiave dell'ultradestra pro Brexit come l'emergente ministra Kemi Badenoch o il viceministro Steve Baker.
Mentre BoJo - rientrato in anticipo da una vacanza a Santo Domingo, ma non ancora entrato formalmente in lizza - poteva contare fino a ieri su una cinquantina di dichiarazioni pubbliche di sostegno; e Penny Mordaunt su non più di 23.