I proventi verranno utilizzati per finanziare le misure sociali anti-crisi
MOSCA - Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto l'imposizione di una tassa del 15% sui capitali che dalla Russia vengono esportati all'estero nonché l'introduzione di una tassa del 13% (equiparata dunque a quelle sul reddito) sugli interessi generati da investimenti finanziari (ma solo se il capitale investito è superiore a 1 milione di rubli, ovvero circa 12 mila euro al cambio attuale).
I proventi verranno utilizzati per finanziare le misure sociali anti-crisi. In pratica si tratta di una tassa sugli oligarchi e sulla classe più abbiente russa.
«Tutti i pagamenti delle plusvalenze sotto forma di interessi e dividendi, esportati dalla Russia all'estero verso giurisdizioni offshore, saranno tassati in modo appropriato. Due terzi di tali fondi ora - e si tratta essenzialmente di entrate di specifici individui - hanno l'aliquota fiscale di appena il 2% come risultato di vari trucchi della cosiddetta 'ottimizzazione'», ha detto Putin.
Tale aliquota è ingiusta verso le condizioni d'imposta sul reddito individuale generale del 13%, ha detto il capo dello Stato. «Pertanto, propongo d'introdurre, per coloro che trasferiscono i loro guadagni da dividendi verso conti esteri, un'aliquota d'imposta del 15%», ha detto Putin.
Per quanto riguarda la tassazione ordinaria sulle plusvalenze finanziarie, Putin ha sottolineato che fino ad oggi in Russia non è stata applicata al contrario di molti altri paesi e che comunque colpirà «l'1% della popolazione».