Con le chiusure imposte per il coronavirus, in Germania fiorisce il lavoro nero. E non avrebbe solo risvolti negativi.
COLONIA - Il lavoro nero salverà l'economia in questi tempi di coronavirus. Parola di Istituto dell'economia tedesca. A raccogliere la provocazione è il portale tedesco Welt, che nella Germania ligia alle regole riscontra come «molti» piccoli indipendenti aggirino le chiusure imposte dall'emergenza lavorando a domicilio o aprendo in gran segreto e per pochi eletti le proprie attività. Un fenomeno, questo, che non risparmia del resto nemmeno la Svizzera.
C'è così la palestra della periferia di Berlino che apre ai clienti che conoscono bene il proprietario. Una telefonata sul suo cellulare e si è dentro ad allenarsi, da soli e a luci spente. La postilla: pulire accuratamente gli attrezzi con il disinfettante una volta finito e lasciare 30 euro in contanti sul bancone andando via. O l'estetista di Colonia che, costretta a continuare a pagare il leasing delle costose apparecchiature che impiega, ha iniziato il giorno dopo la chiusura a lavorare a domicilio su richiesta delle clienti, anche ultrasessantenni, che non potevano stare senza pedicure o microdermoabrasione. Unica precauzione: riporre i propri ferri del mestiere in una valigetta anonima per non attirare l'attenzione.
«Tutto ciò che non richiede l'impiego di macchinari va avanti, specialmente i servizi che comportano una vicinanza fisica con il cliente», conferma Dominik Enste, ricercatore presso l'Institut der Deutschen Wirtschaft di Colonia, che da anni si occupa di economia sommersa. Da questo punto di vista, l'emergenza coronavirus è come qualsiasi altra crisi: quando il mercato del lavoro collassa o alle piccole imprese mancano introiti, il sommerso esplode.
E da un punto di vista strettamente economico non sarebbe nemmeno così male: «In tempi di recessione l'economia sommersa funge sempre da rete di salvataggio contro la crisi economica», spiega Enste. Il fatto che alcuni continuino a lavorare in nero, in particolare, ridurrebbe il numero dei fallimenti mitigando le conseguenze (strettamente economiche) dell'emergenza.
Oltre al gravissimo pericolo di contagio e alla concorrenza sleale verso chi rispetta le disposizioni delle autorità, però, questo tipo di attività in nero presenta altre criticità. L'indagine di Welt evidenzia per esempio come alcuni degli imprenditori interpellati ricevano aiuti governativi pur continuando a lavorare (9'000 euro nel caso della palestra di Berlino). I prestatori d'opera, inoltre, eludono ovviamente i contributi sociali e le imposte dovute.
In Germania, le multe per le attività che trasgrediscono alle disposizioni sul coronavirus possono raggiungere i 25'000 euro.