Si pensava la pandemia li avesse resi obsoleti. I segnali che arrivano dal settore dei trasporti, però, dicono altro.
BERLINO - Se durante la pandemia c'è stato chi, visto il passaggio forzato delle aziende alle videoconferenze, ha previsto una netta diminuzione, in futuro, dei viaggi d'affari, i dati che arrivano dal settore dei trasporti del Paese economicamente più forte dell'UE, la Germania, lasciano ipotizzare ora un'evoluzione leggermente diversa. Con limitazioni agli spostamenti appena allentate e un quadro normativo ancora mutevole, le imprese hanno infatti ricominciato a fare visita di persona ai propri clienti più in fretta di quanto previsto.
«Al momento, stiamo vivendo un ritorno dei viaggi d'affari. Specialmente in Germania ed Europa la richiesta di viaggi aerei delle aziende torna a tirare in maniera significativa», fa sapere alla Welt am Sonntag il direttore del settore traffico passeggeri di Lufthansa, Harry Hohmeister. «Da quattro settimane registriamo un'aumentata richiesta di viaggi d'affari per settembre, ottobre e novembre. È un segnale significativo», aggiunge.
Ottimismo si respira anche nel settore ferroviario: «Chi viaggia per affari tornerà sui treni», assicura il direttore del settore traffico passeggeri della Deutsche Bahn, Berthold Huber, confermando che ci sono segnali di una ripresa. «Il coronavirus ha mostrato che i contatti personali rimarranno indispensabili per il successo aziendale», sottolinea.
Secondo Lufthansa, sono due le categorie di professionisti protagoniste di questo precoce ritorno alle trasferte di lavoro: i consulenti aziendali e i rappresentanti delle imprese di medie dimensioni. «A differenza delle grandi aziende, non hanno un ufficio proprio in ogni posto, ma devono comunque essere presenti per i clienti», fa notare Hohmeister.
Benché promettente e inaspettatamente rapida, la ripresa dei viaggi d'affari è tuttavia ancora lontana dai livelli pre-crisi. Come riferisce Hans-Ingo Biehl, direttore della Federazione gestione viaggi tedesca (VDR), un terzo delle aziende ne effettua ancora solo il 25% rispetto ai tempi pre Covid.
Più interessate a far spostare i propri rappresentanti sono, anche secondo lui, le piccole e medie imprese mentre quelle più grandi restano caute di fronte a una situazione sanitaria e normativa tutt'altro che stabile. Complessivamente, il livello delle trasferte d'affari potrebbe tornare al 50% di quello di prima della pandemia entro la fine dell'anno, prevede Biehl. Molto, però, dipende dall'andamento dei contagi.