Trimestre chiuso con una perdita netta di 24 milioni di euro. E lo stock invenduto potrebbe diventare un "freno" da 1,2 miliardi a fine anno
Adidas, multinazionale tedesca attiva nel settore delle calzature e dell'abbigliamento, chiude il primo trimestre con ricavi in calo dell'1% a 5,3 miliardi di euro, appesantiti dal marchio Yeezy che rappresenta un freno di circa 400 milioni di euro rispetto all'anno precedente, principalmente nelle regioni del Nord America, Cina, Europa, Madio Oriente e Africa.
Il divorzio da Kanye 'Ye' West, dopo le polemiche innescate dalle frasi antisemite del rapper americano, ha lasciato nei magazzini un invenduto che comporterebbero a fine anno «una perdita di entrate di circa 1,2 miliardi di euro derivante dalla potenziale mancata vendita dello stock esistente».
Il trimestre si è chiuso con un risultato operativo di 60 milioni (crollato rispetto ai 437 milioni di euro del 2022) nel trimestre, riflettendo un margine operativo dell'1,1% (dal 8,2%) e una perdita netta di 24 milioni.
«Se la società decidesse irrevocabilmente di non riutilizzare nessuno dei prodotti Yeezy esistenti in futuro, ciò comporterebbe la potenziale cancellazione dell'inventario Yeezy esistente e ridurrebbe l'utile operativo della società di ulteriori 500 milioni di euro quest'anno. Inoltre, Adidas prevede costi una tantum fino a 200 milioni di euro nel 2023. Questi costi fanno parte della revisione strategica in corso dell'azienda volta a rilanciare una crescita redditizia a partire dal 2024. Se tutti questi effetti dovessero concretizzarsi, l'azienda prevede di segnalare una perdita operativa di 700 milioni di euro nel 2023» si legge in una nota.
«Il primo trimestre si è concluso un po' meglio di quanto ci aspettassimo, con vendite piatte e un piccolo utile operativo di 60 milioni di euro. La crescita delle vendite escludendo Yeezy è stata del 9%», sottolinea il ceo Bjorn Gulden. «Adidas ha tutti gli ingredienti per essere il miglior marchio sportivo del mondo, per crescere fortemente e per essere una buona azienda redditizia. Abbiamo solo bisogno di un po' di tempo. Il 2023 sarà un anno accidentato con numeri deludenti, in cui massimizzare i nostri risultati finanziari a breve termine non è il nostro obiettivo. È un anno di transizione per costruire una solida base per un 2024 migliore e un buon 2025 e oltre».