Chiusura positiva delle borse europee. Ma la Banca centrale non canta ancora vittoria sul caro prezzi
FRANCOFORTE - L'inflazione nella zona euro rallenta e a maggio scende al 6,1%, in netto calo rispetto al 7% di aprile. Basta alle borse europee per chiudere in positivo, ma non basta alla Banca centrale europea (Bce), convinta che la guerra contro il caro prezzi non sia ancora vinta. I rialzi dei tassi quindi proseguiranno, saranno almeno altri due, ma senza scossoni perché la presidente della Bce Christine Lagarde assicura che si andrà avanti gradualmente.
È la situazione a richiedere cautela: l'incertezza è alta, i prezzi dell'energia per ora sono scesi, ma non sono al riparo da nuove fiammate; sull'inflazione di fondo molti segnali sono ancora negativi e bisogna valutare bene gli effetti dei passati rialzi, che per ora, però, non hanno fiaccato troppo l'economia.
La Bce ancora non si fida che l'inflazione abbia imboccato una discesa duratura. L'andamento sta puntando «chiaramente verso un rallentamento, ma siamo ancora ben lontani dal nostro obiettivo attorno al 2%», ha detto il vicepresidente Luis De Guindos, confermando che «una gran parte del viaggio è stata percorsa ma resta ancora l'ultimo tratto».
È già un piccolo passo avanti rispetto a un mese fa, quando i banchieri centrali, nell'ultima riunione, usavano toni allarmati: «Gli ultimi sviluppi dell'inflazione di fondo sono stati ampiamente giudicati preoccupanti e puntano verso una maggiore persistenza», emerge dal resoconto dell'incontro del 3 e 4 maggio. Le proiezioni di marzo sono state viste come «troppo ottimistiche» perché «non ci sono prove che l'inflazione di fondo sia a un punto di svolta, con un rischio crescente che si consolidi a causa della crescita dei salari e delle aspettative che si disancorano».
Dall'ultima riunione è passato un mese, il dato flash dell'Ufficio statistico dell'Unione europea (Eurostat) su maggio vede un calo anche dell'inflazione di fondo, ma per Francoforte non basta. Parlando alle banche tedesche, Lagarde ha spiegato che sull'inflazione di fondo non ci sono prove che abbia raggiunto il picco: «Ad oggi, tutte le misurazioni monitorate dalla Bce sono ancora forti. E se rimarranno tali dipenderà soprattutto dall'equilibrio di due forze: i prezzi dell'energia e i salari». La presidente guarda alla prossima riunione, il 15 giugno, che sul tavolo avrà anche le nuove proiezioni, che incorporano gli ultimi rialzi dei tassi.
Non ci sono dubbi, però, che il costo del denaro salirà di nuovo. Lagarde usa una metafora per spiegare dove siamo sui tassi: come un aereo, «stiamo avvicinandoci all'altezza di crociera, e questo significa che dobbiamo salire più gradualmente, utilizzando la velocità che abbiamo già costruito». Il percorso proseguirà finché «non siamo sufficientemente convinti che l'inflazione sia sulla strada per tornare verso il target».
Si andrà avanti - il mercato ha già prezzato almeno altri due rialzi - ma con la gradualità scelta già un mese fa. Anche se alcuni membri del Consiglio direttivo avrebbero voluto un rialzo da 50 punti base, si è poi optato quasi all'unanimità per un aumento da 25. Questo perché molti hanno accettato il compromesso: rallentare, ma segnalando con chiarezza che, sulla base del presente scenario, serviranno altri rialzi, in modo che la frenata non possa essere confusa con la pausa annunciata invece dalla Federal Reserve (Fed, la banca centrale statunitense).