Attualmente il più grande problema è dato dall'alluminio, spiega Stöckli
ZURIGO - I problemi delle catene di fornitura stanno provocando grossi grattacapi anche ai produttori di sci e si annunciano aumenti di prezzo: lo segnala nella sua edizione odierna il Tages-Anzeiger.
«Le difficoltà sono cominciate in aprile e in maggio, con le plastiche, e sono poi proseguite con tutti i gruppi di merci: non c'è un materiale per cui non abbiamo avuto problemi», afferma Christoph Fuchs, membro della direzione del fabbricante svizzero Stöckli, in dichiarazioni riportate dalla testata zurighese.
I colli di bottiglia internazionali - Stöckli si rifornisce di molti materiali da aziende in Austria, che a loro volta acquistano le materie prime in tutto il mondo e risentono quindi dei colli di bottiglia internazionali. Quest'estate per esempio Stöckli non ha ricevuto per tre settimane legno di paulownia, di cui l'impresa ha bisogno per fabbricare gli sci leggeri da escursione. «La catena logistica non funzionava più», spiega Fuchs, che è responsabile della produzione. La ditta si è vista costretta a cambiare i programmi e a costruire altri modelli.
Il problema con l'alluminio - La più grande difficoltà al momento è rappresentata dall'alluminio. In uno sci standard di Stöckli sono inseriti due sottilissimi strati di questo materiale. Oggi per ricevere la materia prima l'impresa deve aspettare 24 settimane, invece che le normali otto, e la data di consegna è pure incerta. «La situazione è estremamente difficile: non appena siamo tranquilli su un fronte arriva il prossimo problema».
Per la ditta è fondamentale che tutti i componenti siano disponibili. «Se manca anche solo uno dei venti elementi singoli non possiamo fabbricare lo sci». E malgrado le tante telefonate non è sempre possibile trovare quanto serve. Affinché i macchinari possano continuare a lavorare al meglio Stöckli ha così riorganizzato la produzione, grazie anche alla flessibilità dei dipendenti, che in breve tempo hanno spostato l'orario di lavoro alla sera o al fine settimana, quando il materiale viene finalmente consegnato. «Siamo sempre stati in grado di mantenere la produzione», dice Fuchs.
Le tempistiche di produzione - Stöckli produce 216 paia di sci al giorno. Gli articoli vengono spediti oltre Oceano già a partire dall'estate, mentre le consegne ai rivenditori nei paesi alpini - compresa la Svizzera, dove viene venduta la metà degli articoli - seguono in ottobre e novembre.
«Era molto importante per noi essere pronti a consegnare in autunno», spiega lo specialista. «Se non abbiamo gli sci nei negozi ora non riusciamo più a compensare». Ci sono leggeri ritardi per i singoli modelli. «Ma i nostri clienti non noteranno nulla», si dice convinto Fuchs. «Ce la siamo cavata a buon mercato».
Oltre a essere interessati da tempi di consegna significativamente più lunghi i materiali costano anche di più: circa il 10%, oneri che al momento vanno a carico di Stöckli, perché i prezzi per la prossima stagione sono stati fissati all'inizio del 2021. Una procedura normale, perché è allora che i grandi rivenditori sportivi fanno i loro ordini. In quel momento però le strozzature nei canali di approvvigionamento non erano ancora diventate così acute.
Rincari l'anno prossimo - «Quest'inverno i nostri sci costeranno lo stesso», conferma Fuchs. «Ma stiamo ovviamente pensando a come fissare i prezzi per il prossimo anno». La probabilità che gli articoli in questioni diventino più cari nella stagione 2022/23 è elevata. Questo varrà non solo per Stöckli, ma per tutti i produttori: i concorrenti - i maggiori fabbricanti sono Atomic, Head, Fischer e Rossignol - si trovano a lottare contro gli stessi problemi.
Per i produttori la posta in gioco è alta, soprattutto perché il mercato europeo dello sci è crollato dal 40-50% sulla scia della pandemia. Ma ora la domanda si sta riprendendo. «Vediamo segnali positivi e notiamo che la gente torna a sciare», dice Fuchs.
A suo avviso a lungo termine potranno approfittare della situazione quelle aziende che riusciranno a trovare nuovi canali di approvvigionamento. Per Stöckli, produttore relativamente piccolo, la ricerca sarà più difficile. «Non abbiamo molto potere sul mercato», conclude il manager.