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SVIZZERATorna a salire il numero di acquisizioni cinesi in Svizzera

25.03.22 - 09:40
Nel 2021 sono state 9, per un totale di 89 milioni di franchi
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Fonte ats
Torna a salire il numero di acquisizioni cinesi in Svizzera
Nel 2021 sono state 9, per un totale di 89 milioni di franchi

ZURIGO - Dopo la battuta d'arresto provocata dalla pandemia le aziende cinesi tornano a mettere gli occhi sulle imprese svizzere, procedendo ad acquisizioni o all'assunzione di partecipazioni: nel 2021 sono state osservate 9 operazioni, per un volume di 96 milioni di dollari (89 milioni di franchi al cambio attuale), a fronte delle 8 transazioni dell'anno prima per soli 7 milioni di dollari.

I dati emergono da uno studio pubblicato oggi dalla società di revisione e consulenza EY. Tre dei nove acquisti del 2021 concernevano il settore sanitario, ritenuto un obiettivo sempre più importante per le ditte del paese asiatico, che in questo campo ha ancora carenze. La tendenza è rilevabile in tutta Europa: il numero di acquisizioni nel comparto medico e farmaceutico è salito a 26, dopo essersi fermato a 16 nel 2020. L'evoluzione è inversa nel campo industriale, dove le operazioni sono scese da 36 a 30.

Il più grande investimento cinese nel vecchio continente l'anno scorso è stata l'acquisto della divisione elettrodomestici di Philips da parte della società d'investimento Hillhouse Capital di Hong Kong per 4,4 miliardi di dollari. A livello regionale, il Regno Unito guida la classifica europea per numero di operazioni (36), tallonato dalla Germania (35); la Svizzera è sesta. «Poiché l'interesse degli investitori cinesi si allontana dalle tradizionali aziende industriali verso le imprese di tecnologia, software e media, il mercato inglese sta guadagnando importanza», afferma Michael Messerli, analista di EY in Svizzera, citato in un comunicato.

L'appetito dei cinesi per gli acquisti in Europa è comunque diminuito in modo massiccio negli ultimi anni: le 155 transazioni del 2021 sono solo la metà di quelle dell'anno record 2016: e allora il volume era di 86 miliardi di dollari, a fronte dei 12 miliardi dell'anno scorso.

«Hanno avuto un effetto frenante gli ostacoli ora elevati per gli investimenti all'estero, specialmente in certe industrie critiche, così come la crescente concorrenza di investitori finanziari con un'ampia dotazione di capitali», spiega Messerli. Anche il recente forte aumento dei prezzi delle acquisizioni sta avendo un impatto. «In alcuni casi, gli interessati hanno desistito. Le società cinesi quotate in borsa, in particolare, temono di mettere sotto pressione il corso delle loro azioni in caso di costose operazioni».

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