Il 45% degli svizzeri interpellati ha giocato almeno una volta negli ultimi sei mesi; pubblicati tutti i dati della ricerca
BERNA - L'industria dei videogiochi ha registrato una forte crescita con lo scoppio della pandemia di Covid. È quanto emerge da uno studio pubblicato oggi dalla società di consulenza Deloitte, che rileva come in Svizzera il fenomeno sia tuttavia meno diffuso rispetto ad altri Paesi europei.
Fatturato superiore a quello del cinema - A livello mondiale il fatturato annuo del settore è salito fino a toccare i 150 miliardi di franchi durante la crisi sanitaria. Secondo Deloitte, questa cifra supera persino i ricavi dell'industria cinematografica e musicale ed è alimentata anche dalla crescente popolarità degli e-sport, ossia le competizioni di videogiochi di livello agonistico e professionistico.
Il gioco per gli svizzeri - In Svizzera, il 45% circa degli interpellati ha dichiarato di aver giocato con un videogioco almeno una volta negli ultimi sei mesi. Il tempo medio settimanale è stato di otto ore, il che, secondo lo studio, è dovuto principalmente a un gruppo di «giocatori incalliti».
Nel confronto europeo, la Svizzera rimane lontana dalle prime posizioni: sul continente circa il 55% della popolazione ha giocato con videogiochi negli ultimi sei mesi. Anche il tempo medio settimanale è quasi doppio rispetto a quello elvetico e si attesta a circa 15 ore.
Il campione preso in esame - Per lo studio - denominato "Let's Play! 2022" - sono state interrogate a fine estate circa 14'000 persone in Europa e 1267 in Svizzera di età compresa tra i 16 e i 65 anni.