È la prima volta dall'entrata in vigore delle sanzioni alla Russia che dai sospetti si passa a un'indagine in Procura federale.
ZURIGO - Avrebbero aggirato le sanzioni economiche sottoscritte dalla Confederazione nei confronti della Russia in fatto di commercio. Non solo sospetti, ma qualcosa di più. Sì perché, secondo quanto scoperto da SRF, la Segreteria di Stato dell'Economia avrebbe trasmesso le carte, riguardanti due società che si occupano di commercio di materie prime, alla Procura federale per un ulteriore procedimento penale.
La SECO, che si occupa di vigilare sul rispetto dei limiti e dei divieti di scambio tra Russia e Svizzera, dopo aver messo sotto inchiesta tre operatori commerciali, avrebbe poi riscontato irregolarità su due di questi gruppi. Che averebbero delocalizzato le loro attività lontano dalla Svizzera, in Paesi dove i rapporti con Mosca sono ancora in qualche modo possibili. Come ad esempio negli Stati del Golfo.
Ma se delocalizzazione non è certamente reato, può essere invece oggetto d'indagine il flusso finanziario che collega la casa madre in Svizzera con la filiale, così come la gestione degli affari, la cui operatività continua a essere gestita in terra confederata.
Sentita da SRF, la Procura federale ha confermato l’esistenza delle due indagini ma c'è ancora attesa circa la decisione di avviare un procedimento formale. Cosa peraltro confermata da una delle due aziende finite sotto la lente della giustizia: non avrebbe ancora ricevuto nessuna comunicazione dalla Procura.
Le due compagnie di commercio internazionale rischiano una sanzione, che può arrivare fino a un milione di franchi.