Obiettivi raggiunti, fra ridimensionamenti, chiusure e cessioni. Ma il processo è tutt'altro che completato.
ZURIGO - UBS sta compiendo rapidi progressi nell'integrazione di Credit Suisse (CS): i costi sono già stati ridotti in modo significativo e il ridimensionamento delle attività di quella che un tempo era la seconda banca elvetica procede secondo i piani, ha detto il Ceo Sergio Ermotti. Gli obiettivi finanziari a medio termine vengono di conseguenza confermati.
«Abbiamo già ridotto drasticamente i rischi derivanti dall'acquisizione di Credit Suisse», ha affermato il 64enne in una conferenza telefonica con gli analisti di presentazione dei risultati semestrali diffusi stamani. Grazie alle condizioni favorevoli dei mercati finanziari, molte posizioni delle attività non strategiche sono state ridotte o completamente eliminate. Nel secondo trimestre le attività ponderate per il rischio (Risk Weighted Assets, RWA) sono state ridotte di 8 miliardi rispetto al periodo gennaio-marzo; nel confronto con lo stesso trimestre del 2023 la contrazione è già superiore al 40%.
E il processo sta continuando: proprio ieri è stata approvata la vendita delle attività ipotecarie statunitensi di Credit Suisse, ha indicato il direttore finanziario Todd Tuckner durante l'incontro con gli esperti finanziari. Per quanto riguarda gli obiettivi di riduzione dei costi, 7 miliardi di dollari - ovvero il 55% dei 13 miliardi di dollari di risparmi previsti - dovrebbero essere raggiunti già entro la fine dell'anno. Secondo il CFO gran parte di queste economie proverranno dalle attività non-core. A partire dalla seconda metà della fase di integrazione, cioè dal prossimo anno, la maggior parte dei risparmi dovrebbe invece arrivare dal core business, principalmente dalle aree dell'amministrazione patrimoniale e delle attività svizzere.
I dirigenti hanno però sottolineato che l'intero processo non sarà lineare. Soprattutto quando si verificano fasi di forte aumento della volatilità sui mercati, come all'inizio di agosto, il processo potrebbe essere ritardato: «Ma non dobbiamo permettere che gli sviluppi a breve termine ci distraggano dalle nostre ambizioni a lungo termine», ha chiosato Ermotti.
Il manager ritiene peraltro che la banca sia ben posizionata per raggiungere i suoi obiettivi finanziari a medio termine, anche se a suo avviso c'è ancora molto da fare per riportare la redditività dell'ex attività CS al livello precedente. Ha inoltre sottolineato che le attività svizzere devono rimanere un pilastro importante di UBS nel suo complesso.
Il Ceo intende attenersi agli obiettivi di riduzione del capitale a lungo termine, ai riacquisti di azioni e ai pagamenti di dividendi previsti. Di recente in giugno la banca ha lanciato un nuovo programma di riacquisto di titoli e ha già utilizzato oltre 400 milioni di franchi a tale scopo. Secondo le dichiarazioni precedenti, UBS intende tornare al livello di riacquisti precedenti alla fusione (2022: 5,6 miliardi di dollari) a partire dal 2026.