La Camera di Commercio, consapevole delle ricadute su tutto l'indotto economico/finanziario, è già al lavoro per rassicurare mercati e partner
LUGANO - L'esposizione mediatica a livello mondiale della crisi Credit Suisse, della sua gestione e dell'acquisizione da parte di Ubs, con la scelta di salvare gli azionisti e cancellare invece16 miliardi di franchi di obbligazioni Additional Tier 1 (At1), ha e avrà un impatto non solo prettamente finanziario ma anche d'immagine, sia per la Confederazione che per il Ticino.
«Il potenziale danno d’immagine riguarda tutta la Svizzera e non solo il Ticino», spiega Luca Albertoni, Direttore Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone.
Ci si chiede, a questo punto quale possa essere il peso di quanto accaduto al sistema bancario, che per la sua solidità, qualità e stabilità garantisce all'intero Paese di giocare un ruolo chiave nel mercato della tecnologia finanziaria, degli investimenti industriali, oltre che nella gestione di fondi e di grandi capitali privati.
«In una situazione così estrema - continua il direttore di Cc-Ti - è inevitabile che vi siano incertezze che emergono e che quindi si guardi alla piazza svizzera con occhi magari diversi rispetto al solito. Non è un caso che le rassicurazioni, date dalle autorità e legate all’operazione UBS/Credit Suisse, siano anche state improntate a sottolineare la solidità della piazza svizzera in generale».
La Camera di commercio come sta vivendo queste giornate drammatiche, ricevete delle richieste particolari dagli associati?
«Non riceviamo richieste particolari, nel senso che per le aziende era essenziale che fosse garantita l’operatività del sistema bancario, mentre i nostri colleghi dall’estero si rendono conto che le dinamiche legate al caso specifico non hanno a che vedere solo con la piazza svizzera ma sono inserite in un contesto internazionale molto complesso. E come detto, il danno d’immagine senz’altro c'è, occorrerà lavorare per recuperare».
L'affidabilità e il know-how del trade finance è sempre stato un ingrediente irrinunciabile per i protagonisti nel commodity trading: i leader internazionali nell'intermediazione di materie prime e di prodotti hanno scelto il Ticino come loro sede operativa. Pensate di cambiare qualcosa nella strategia di promozione del Cantone e quindi nella strategia comunicativa?
«La Camera continua nella sua azione come sempre, soprattutto nel contesto internazionale, cioè curando i contatti, già molto solidi e diretti, con tutte le altre Camere in Europa e nel mondo. Ci muoviamo anche di concerto con le altre Camere svizzere: le relazioni con i colleghi degli altri paesi sono la via più diretta ed efficace per spiegare la situazione e dare tutte le indicazioni necessarie per sottolineare la stabilità del nostro sistema, malgrado tutto».