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StreamingL'estate tutta tentazioni dei reality “isolani”

05.07.21 - 06:30
Da “Temptation Island” fino a “Too hot to Handle” quella televisione un po' trash che però ci piace sempre un sacco
Netflix
Due protagonisti di “Too hot to handle” di Netflix.
Due protagonisti di “Too hot to handle” di Netflix.
L'estate tutta tentazioni dei reality “isolani”
Da “Temptation Island” fino a “Too hot to Handle” quella televisione un po' trash che però ci piace sempre un sacco

LUGANO - Con il caldo e l'estate c'è una cosa che, ormai da qualche anno, non può proprio mancare: i reality piccanti ad ambientazione insulare lanciati nel mondo anglosassone con “Love Island”, ripresi in chiave italiana con “Temptation Island” e infine da Netflix con una chiave più originale – per così dire con contrappasso – per “Too hot to handle”. Ingredienti principali: ragazzi e ragazze più o meno palestrate (di solito più), seduzioni, tradimenti e ormoni a catinelle.

Togliendo dall'equazione “Love Island”, visto che la versione italiana non ha mai trovato la fortuna dell'originale, alle nostre latitudini a spopolare sono “Temptation” (così lo chiamano gli appassionati) di Canale 5 e il prodotto Netflix che è saldo fra le prime posizioni dei più visti. Per quanto possano sembrare simili fra i due prodotti ci sono differenze importanti di formula e di approccio.

“Temptation Island”, per chi non lo conoscesse separa diverse coppie tribolate, facendo far loro «un viaggio nei sentimenti» dopo averli piazzati in due resort differenti pieni di avvenent* single. 

“Too hot to handle”, invece butta in mezzo all'oceano un manipolo di giovanotti molto attraenti – vietando loro qualsiasi attività sessuale – e imponendo anche a loro un percorso personale che faccia capire loro l'importanza di costruire legami duraturi.

Insomma, l'idea generale è che dopo aver resistito alle tentazioni, oltre al partner, gli isolati/isolani portino a casa anche qualcos'altro. E con loro (magari) pure il pubblico.

E qui le due produzioni differiscono in maniera netta, se quella americana punta sulla crescita individuale (guidata da laboratori comportamentali) quella italiana lascia un po' tutto al caso, anche per il gusto della caciara fine a sé stessa.

E se è vero che questo tipo di produzioni non sono certo obbligate a veicolare un messaggio, lo è altrettanto che provare a lasciare anche un semino – così, nel vento – non costa nulla. Anzi.

 

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