Spencer Elden ritiene che sia un caso di pornografia infantile e chiede 150mila dollari per ogni imputato coinvolto
LOS ANGELES - Spencer Elden, che da piccolissimo fu ritratto sulla copertina dell'album epocale dei Nirvana "Nevermind", ha fatto causa alla band e alla casa discografica.
Oggi 30enne, Elden ha ricreato più volte nel corso degli anni l'iconica immagine di lui in piscina che, nudo, insegue una banconota da un dollaro. Un potente attacco al capitalismo per i Nirvana ma anche, nell'interpretazione dell'uomo e dei suoi legali, un caso di pornografia infantile.
La causa legale, anticipata da Tmz, è stata intentata presso la Corte distrettuale del distretto centrale della California. Nei documenti si può leggere: «Gli imputati hanno usato la pornografia infantile che raffigurava Spencer come un elemento essenziale di uno schema di promozione discografica comunemente utilizzato nell'industria musicale per attirare l'attenzione, in cui le copertine degli album rappresentavano i bambini in modo sessualmente provocatorio per acquisire notorietà, guidare le vendite e attirare l'attenzione dei media e recensioni critiche».
Già in passato Elden aveva espresso il suo risentimento verso quell'immagine, ma non era mai arrivato al punto di presentare una causa legale. Il 30enne chiede un risarcimento da 150mila dollari per ognuno degli imputati. I quali sono parecchi: oltre ai due membri della band sopravvissuti, Dave Grohl e Krist Novoselic, ci sono Courtney Love (esecutrice testamentaria di Kurt Cobain) e gli amministratori della proprietà del frontman del gruppo. Ma anche il fotografo Kirk Weddle, il direttore artistico e le case discografiche e i distributori che hanno avuto a che fare con il disco in questi 30 anni.
Per la sessione fotografica di un giorno i genitori di Elden ricevettero 200 dollari e, dopo il successo dell'album, il bimbo di un anno fu omaggiato con un disco di platino e un orsacchiotto. Tutto potrebbe basarsi sui documenti che il padre di Elden non avrebbe siglato all'epoca: «Né Spencer né i suoi tutori legali hanno mai firmato una liberatoria che autorizzasse l'uso d'immagini di Spencer o delle sue sembianze, e certamente non di materiale pedopornografico commerciale che lo ritrae», si legge ancora nella causa.