Valentino Vivace, che domani sera sarà in concerto allo Studio Foce, introduce il suo nuovo singolo
LUGANO - Valentino Vivace è il nome dell'alter ego musicale di Valentin Kopp, che abbiamo già imparato a conoscere (e apprezzare) con i Bumblebees, una delle realtà più interessanti emerse nel panorama ticinese negli ultimi anni. Oltre a essere impegnato nel nuovo album della band (ne leggerete prossimamente su queste pagine) si gioca la carta del progetto solista, accompagnato dalla sua nuova band e il pubblico ticinese lo potrà gustare sabato 12 marzo alle 21 allo Studio Foce, in un concerto organizzato da Olympus Lugano nell'ambito della rassegna Random.
C'è poi il singolo di debutto, che s'intitola "Come mai". Qui abbiamo cercato di capire di che si tratta.
È una canzone molto malinconica, anche se l'hai "vestita" con abiti gioiosi. Di cosa parla?
«Ho avuto una relazione a tratti molto bella, a tratti molto difficile. Verso la fine mi sono accorto che le cose non potevano più andare così e il testo è nato da questo: il realizzare che qualcosa sta andando verso la conclusione, che un amore sta sfiorendo. Anche se in quel momento non sapevo se sarebbe finito oppure no».
Mettersi a nudo in una canzone è risultato catartico?
«Generalmente nei miei brani racconto quello che mi succede: è ciò in cui mi posso identificare maggiormente. E indubbiamente tutto questo ha un lato terapeutico e mi ha aiutato anche tanto: la relazione è finita ma siamo rimasti in ottimi rapporti».
Da quali sound sei stato maggiormente influenzato?
«Ascolto tantissima musica e faccio un po' fatica a isolare una singola fonte d'ispirazione. Sicuramente attingo molto alle sonorità synth anni '80 e all'italo-disco. Questo brano in particolare si fonda su un giro un po' "college-pop" (ride, ndr)».
Ti trovi a tuo agio nel comporre in italiano?
«È una lingua bellissima da cantare, ha una musicalità incredibile. Rispetto all'esperienza dei Bumblebees sono molto più attivo nella composizione e nella stesura dei testi. Per esprimere i miei pensieri personali ho scelto la mia lingua madre. Il fatto di cantare in italiano, poi, mi ha aperto tantissimo gli orizzonti sulla scena musicale del Belpaese. Quella passata e quella attuale».
Quanto ti è rimasto dei due mesi passati in Messico a fare musica con gli artisti locali?
«È stata un'esperienza che mi ha lasciato tantissimo, a partire dal modo di pensare e d'interagire con le persone. Da tempo volevo andare in Messico e ho colto l'occasione di andare a trovare un buon amico che non vedevo da quattro anni. Grazie a lui ho conosciuto molti musicisti, abbiamo viaggiato e suonato. Sono sicuro che avrò modo di rifarlo, prima o poi».
Cosa puoi dirci della band con la quale ti esibirai domani?
«Sono dei musicisti incredibili: tutti hanno studiato con me a Losanna e sanno esattamente ciò che voglio. Sono perfetti per il mio progetto».
Vuoi dire qualcosa al pubblico ticinese?
«Questo è solo l'inizio. È uscito il primo singolo ma c'è davvero tanta carne sul fuoco. Prometto che sarà uno show imperdibile!».