Il motivo? Le autorità hanno prima detto «il coronavirus», per poi virare su «il contenuto della pellicola»
PECHINO - La proiezione del film svizzero "Olga", che racconta la storia di una ginnasta ucraina, è stata interrotta all'ultimo minuto ieri dalle autorità locali di Pechino. La ragione data è stata dapprima il coronavirus e poi il contenuto del lungometraggio.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha confermato oggi a Keystone-ATS l'informazione in tal senso diffusa su Twitter da un corrispondente del giornale Le Monde. L'ambasciata svizzera ha immediatamente protestato presso il ministero cinese degli affari esteri e della cultura contro questa inaspettata cancellazione, riferisce il DFAE.
La proiezione, prevista dallo scorso novembre nell'ambito del "Mese della Francofonia", doveva avvenire in occasione di un evento privato dell'ambasciata svizzera, in un cinema affittato per 66 ospiti, tra cui dieci ambasciatori stranieri; una pratica comune delle rappresentanze straniere in Cina, sottolinea il DFAE.
"Olga", una coproduzione franco-svizzera del regista Elie Grappe, racconta la storia di una ginnasta quindicenne divisa tra la Svizzera, dove si sta allenando per i campionati europei in vista dei giochi olimpici, e l'Ucraina, dove sua madre, una giornalista, sta coprendo gli eventi di Euromaidan nel 2013.
La scelta del film si è basata sulla sua qualità, così come il suo tema, che corrisponde perfettamente allo slogan di quest'anno "superare se stessi", secondo il DFAE. L'ambasciatore Bernardino Regazzoni presiede il gruppo degli ambasciatori di lingua francese dal gennaio 2021.