Un eccesso di tecnologia che spaventa: è il tema del nuovo album di Max Deste
LUMINO - Lo scorso 3 novembre Max Deste ha pubblicato "Omaggio al poeta", il suo nuovo album. Anticipato dal singolo "Cose che cambiano", il disco del cantautore ticinese ha una duplice funzione: può essere fruito in quanto tale ma sarà anche la colonna sonora di un romanzo in versi, "Lasciare andare", che verrà pubblicato l'anno prossimo.
Con questo progetto di ampio respiro Deste parla di trasformazioni e della sua personale "poetica del cambiamento", influenzata da una serie di fattori: la sensibilità personale, gli studi ma anche la professione di docente, che lo mette in contatto quotidianamente con i giovani. «Ora per loro è molto complesso, sono tanti gli stimoli e le informazioni e i cambiamenti sono sempre più rapidi».
Ecco quindi che, in un contesto così fluido, assume un ruolo centrale la figura del poeta, ultimo baluardo dell'Homo Sapiens prima di una (inevitabile e irreversibile) trasformazione nell'Homo Technologicus, un ibrido tra essere umano e macchina. È il timore di Deste: un'era ormai prossima in cui le macchine - potendo migliorare se stesse in maniera autonoma - diventeranno più intelligenti dei loro ideatori. Tutto questo potrebbe avere delle conseguenze drastiche e imprevedibili sulla civiltà umana. «L'Homo Technologicus è sicuramente più potente, "aumentato", può accedere a più informazioni e magari farà anche meno sbagli. Vogliamo davvero questo tipo di uomo? Se sì ci adegueremo. Se no, invece, dovremmo far sentire la nostra voce di cittadini e chiederci: non è che stiamo rovinando il giocattolo umano?».
"Omaggio al poeta" elogia non solo la figura di chi usa le parole come strumento per la sua arte, ma due figure ben specifiche: il protagonista del romanzo "Lasciare andare", un ragazzo che diventa adulto raccontando le sue esperienze in un diario poetico, ma anche Chögyam Trungpa, il famoso maestro tibetano che da laico ha divulgato la meditazione buddhista in Occidente (tra i suoi allievi c’erano ad esempio i poeti della Beat Generation e David Bowie) e che ha scritto a sua volte numerose poesie, considerandole una forma di espressione spirituale per esplorare e comunicare la natura umana, la saggezza e la mente. Un approccio che da sempre ispira le opere di Deste.
Musicalmente ci troviamo nei territori del pop d'autore, che non disdegna incursioni nel rock e offre anche dei lampi di elettronica. «È un album nel quale sono confluite tutte le mie avventure, le mie anime musicali. La componente cantautorale è quella più folta, ma l'electro-pop di "Cose che cambiano" è una sorta di manifesto dei suoni di quest'epoca sempre più digitale. Tant'è che il videoclip del brano «è stato realizzato con un software d'intelligenza artificiale, in un tentativo di sperimentare nuovi strumenti e di confrontarmi con questa realtà».
"Omaggio al poeta", conclude Deste, è stato realizzato «a beneficio di tutte quelle persone che in questo momento di confusione generale si trovano in grande difficoltà».