Cerca e trova immobili
Gli Houstones viaggiano tra le emozioni

CANTONEGli Houstones viaggiano tra le emozioni

28.06.24 - 06:30
Lo fanno con "A + C", il loro nuovo album
MARIKA BRUSORIO
Gli Houstones viaggiano tra le emozioni
Lo fanno con "A + C", il loro nuovo album

LOCARNO - «Una tappa fondamentale» nella carriera degli Houstones. È "A + C", il terzo album della band ticinese. Prodotto da Marco Fasolo, che ha lavorato in passato con Verdena, Bud Spencer Blues Explosion e tanti altri, "A + C" è stato registrato tra la Fabbrica di Losone in Ticino e il Big Tree Studio di Brescia.

Il concept di "A + C" nasce dall'immaginario di due sorelle, simbolicamente rappresentate dalle due protagoniste, A e C, che riflettono due facce della stessa esperienza estetica. È il culmine di tre anni di lavoro e dell'apporto dei due più recenti elementi della lineup: Maurizio Cuomo al basso e Serena Maggini a tastiere e voce, che si sono aggiunti a Saul Savarino (voce e chitarra) e Joel Pfister (batteria). Proprio con Serena abbiamo cercato di approfondire qualche elemento di questo pregevolissimo lavoro, presentato dal vivo nel corso della Festa della Musica a Mendrisio.

Com'è stato il riscontro del pubblico?
«Molto buono. L'entusiasmo dei presenti è stato contagioso e l'ha resa una serata indimenticabile. Nonostante la pioggia. Ma vederli ballare anche se tutti bagnati resterà una grandissima emozione».

Purtroppo il maltempo sta segnando questo inizio della stagione degli eventi dal vivo.
«Bisogna fare i complimenti agli organizzatori, che sono stati bravi a fornire le mantelline. Così come voglio ringraziare tutti i tecnici, che hanno fatto un ottimo lavoro. L'evento è stato gestito ottimamente e a 360 gradi. Ci siamo sentiti molto accolti e la scelta dei due palchi ha permesso di valorizzare tutte le performance».

L'album per ora è uscito solo in digitale, ma prevedete di pubblicarlo anche su un supporto fisico.
«Sì, arriveranno dei Cd "simbolici", anche se quasi nessuno li ascolta più. Ma ci piaceva che ci fosse qualcosa di tangibile, da avere come ricordo. Stiamo ancora valutando per il vinile».

Alcune tracce di "A + C" sono accomunate da una decisa sterzata nella seconda metà. Penso in particolare ad "Adderall" e "Big Penis (It seems nothing can keep us together)".
«Non ce lo siamo prefissati, ma effettivamente questi brani iniziano in modo soft e poi subentra un'energia che stravolge il mood. È una cosa molto istintiva. Ti dirò che ci siamo chiesti se non valesse la pena fare due canzoni separate, data la loro lunghezza ("Big Penis" raggiunge i 07:32 minuti, ndr). Alla fine abbiamo stabilito che il racconto della traccia fosse coerente e che andava bene così».

È un lavoro molto omogeneo e organico, pensato in termini di album e non come raccolta di singoli.
«Scrivendo ci piace lasciarci la strada per ciò che arriva dopo. Ci aiuta il non avere delle ambizioni radiofoniche: questo permette di non incasellarci in schemi specifici e di lasciar fluire le idee. Può capitare che l'ascoltatore non resti subito incollato al brano, ma l'invito è di farsi coinvolgere dal nostro viaggio».

Cosa racconta degli Houstones?
«Una fase di transizione. Si comincia a percepire una nuova identità, frutto dell'ingresso mio e di Maurizio. Entrambi abbiamo portato nuove sonorità e influenze, che hanno un po' modificato quello che era lo stoner rock delle origini».

Infatti troviamo richiami al dream-pop come allo shoegaze, così come al post-rock.
«Andiamo a toccare tanti generi, le influenze sono molteplici e sono più o meno evidenti, a dipendenza del brano».

Come descriveresti "A + C"?
«Un viaggio nelle emozioni, un percorso intimo tra riflessioni e scoperte, con quelle che sono le sfumature delle sfide personali e della ricerca della propria identità. Una ricerca, magari un po' psichedelica, di quello che è ancora indefinito».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE