Dopo due settimane con il nuovo iMac M4 alla ricerca dei difetti abbiamo scoperto che cercare alternative migliori potrebbe non aver senso.
SAVOSA - Lo scorso anno avevamo testato l'iMac con processore M3 apprezzandone le virtù ma sottolineandone i limiti. Quest'autunno Apple ha finalmente abbracciato il nuovo standard di 16 GB di RAM per tutti i suoi nuovi computer. Una scelta dettata dai tempi, ma soprattutto dalla necessità di preparare il terreno alla nuova, ea quanto pare imminente anche in Europa, Apple Intelligence. Cerchiamo allora di capire cosa c'è di nuovo in questi iMac M4 che potrebbe convincere anche i più restii al cambiamento e cosa potrebbe andare storto per questi nuovi iMac.
Per essere belli sono belli, ma poi? La scelta di un all-in-one talvolta è dettata dalla necessità di inserire il computer in uno spazio non per forza dedicato (il classico studio) ed è per questo che il design e la compattezza possono avere la sua importanza. Da questo punto di vista il nuovo corso inaugurato nel 2021 con i primi iMac da 24 pollici e processori M1 continua ad avere pochi rivali sul mercato. In questa nuova generazione cambiano i colori che definiamo più decisi; il verde è più verde, il rosa è molto meno rosso e decisamente più Barbie e il giallo è più giallo e non più tendente all'oro (cosÌ ci sembrava il modello dello scorso anno). Il giallo d'orato ci piaceva molto, ma nel complesso i colori di quest'anno ci sembrano più belli. Per quanto ci riguardavamo avremmo rinunciato al modello “grigio” per un rosso vivo capace di far imbufalire un toro, ma tant'è. In aggiunta alle varianti cromatiche quest'anno la grande novità è l'addio generalizzato ai cavi Lightning e il passaggio allo standard USB-C anche per i dispositivi abbinati: tastiera e il mouse. Per quanto riguarda il design: è tutto qui.
Non solo apparenza - Un leggero restyling difficilmente può bastare per attrarre nuovi acquirenti (e ad appagare gli azionisti) e, infatti, a Cupertino hanno fatto di più e le novità inserite all'interno dell'elegante chassis in alluminio colorato sono decisamente più interessanti. Vediamo in sintesi quali sono queste novità: nuovo processore M4 (seconda generazione dei processori a 3 nanometri), 16 GB di memoria RAM come punto di partenza per tutti i modelli, Thunderbolt 4 come protocollo per tutte le porte USB-C e, per chi lo potrebbe, schermo con Nano texture per ridurre i riflessi.
Il modello che ha ricevuto in prova non è il modello di base, quello con processore M4 “depotenziato”, con 16GB di RAM, con 256 GB di memoria solida e due porte Thunderbolt 4 venduto a 1299.- CHF (più economico rispetto al passato), ma bensì un iMac con processore M4 con CPU e GPU a 10 cuori, 24 GB di memoria RAM, 1 TB di memoria solida e 4 porte Thunderbolt il cui prezzo, a colpi di 200.- CHF per ogni upgrade, vendita fino a 2099.- CHF (più altri 200.- per lo schermo antiriflesso).
Prima di svelarvi le nostre impressioni sul modello testato, lasciateci il tempo per alcune riflessioni sul modello base che grazie al prezzo ridotto potrebbe essere interessante per molti. Il processore è un M4 “depotenziato”, la CPU e la GPU hanno solo 8 cuori ciascuna invece dei 10 cuori presenti nell'M4 standard. Meno cuori vuol dire meno potenza di calcolo e, infatti, i risultati visti online sono inferiori, anche se non drammaticamente, rispetto a quelli che abbiamo misurato noi. Detto in altri termini: la configurazione di base è meno performante, ma rimane ampiamente in grado di soddisfare un'ampia gamma di esigenze familiari.
Il punto più dolente è la memoria interna: al giorno d'oggi 256 GB sono una proposta anacronistica ben poco adatta al lungo periodo. Ciononostante vi suggeriamo di non spendere 200.- CHF per passare a 512 GB perché esistono soluzioni più interessanti. A prezzi decisamente inferiori si possono acquistare memorie solide esterne da utilizzare assieme o in alternativa alla memoria interna. Lo si può fare decidendo di spostare i file personali e le librerie che lavorano tanto spazio (fotografiche, musicali o di giochi) sulla memoria esterna lasciando solo il sistema operativo ei programmi di base su quella principale (in tal caso 256 GB potrebbero bastare alle necessità di una famiglia media). In alternativa si può decidere di bypassare la memoria interna e spostare tutto sulla più economica e capiente memoria esterna (che dovrà essere sempre connessa all'iMac). Il processo non è particolarmente complicato, ma in tal caso vi suggeriamo di scegliere un SSD Thunderbolt, in modo da ottimizzare i tempi di trasferimento dei file. Questo scenario ci sembra avere una sola controindicazione: il modello di base ha solo due porte Thunderbolt 4 e quindi vi rimarrebbe unicamente una porta libera.
Superati i piccoli compromessi necessari a mantenere bassi i prezzi, gli iMac hanno una carta da giocare molto forte: lo schermo. Il pannello è lo stesso delle generazioni passate e si conferma essere un ottimo display che, da solo, vale una buona fetta del prezzo di tutto il sistema. Dei limiti di un 24 pollici abbiamo già discusso lo scorso anno e tutte le riflessioni ci sembrano ancora attuali. È vero che il 27 pollici dei vecchi iMac è più bello, ma altrettanto vero che tra i monitor è difficile trovare di meglio a questo prezzo e con questo stile.
Potente il giusto - Perdonateci la divagazione e passiamo alla nostra esperienza diretta. Come dicevamo poco sopra il modello testato è un iMac con i fiocchi il cui prezzo deve stimolare attendente riflessioni. Prima ancora di accenderlo ci ha impressionati la Nano-texture. Si tratta di un trattamento antiriflesso che in realtà non è una novità assoluta (la si poteva già scegliere per i monitor Studio Display), ma che fino ad ora non era disponibile su iMac e MacBook Pro ma che, soprattutto, costava molto di più. Duecento franchi non sono pochi, ma se lo schermo fosse esposto a fonti luminose dirette (come nelle fotografie allegate) il risultato giustifica la spesa extra. Con questo strato antiriflesso si perde qualcosa a livello di brillantezza dei colori, ma ci sembra una differenza che forse solo delle retine molto allenate possono notare, mentre i vantaggi sono evidenti a tutti.
Passando alle prestazioni pure, il processore M4 con CPU e GPU da 10 cuori ci ha dato molte soddisfazioni. Due minuti e undici secondi per esportare un video di un minuto e 2 secondi in formato ProRes a 30 fps (ottenendo un file da 16.3 GB) non sarà un record, ma ci sembra un ottimo risultato per un sistema che non è una workstation per videomaker o professionisti. Il video lo abbiamo realizzato partendo da 9 file diversi creati con un iPhone 16 Pro Max e assemblato con DaVinci Resolve. Nella timeline abbiamo aggiunto titoli, filtri, colorazioni e transizioni, tutte gestite in tempo reale senza rallentamenti. Siccome la vita non è fatta di solo lavoro abbiamo testato il nuovo iMac M4 anche con Baldur's Gate 3, Humankind, Frostpunk 2, Victoria 3 e NBA 2k25 Arcade Edition. I giochi testati non sono tra quelli più impegnativi e che richiedono elevati framerate, ma il sistema è stato in grado di gestirli più che adeguatamente, talvolta al massimo del dettaglio, altre trovando un giusto equilibrio tra fluidità e dettagli grafici.
A queste risposte aggiungiamo un po' di numeri. Con Geekbench 6, in single core, il “nostro” iMac è arrivato a 3693 punti, il 18% in più del risultato ottenuto da un M3 Max inserito in un MacBook Pro dello scorso anno (dato Geekbench Browser).
Per quanto riguarda le prestazioni in multi-core, dove evidentemente pesa fortemente il numero di cuori presenti nella CPU, il risultato è di 14400 punti. Il confronto tra generazioni differenti dovrebbe tener conto del fatto che i nuovi M4 viaggiano a velocità di clock superiori rispetto al passato, ma di fatto la CPU dei nuovi M4 produce risultati equiparabili a quelli ottenuti dai sistemi Pro della generazione precedente.
Le prestazioni della GPU sono il tallone d'Achille dell'iMac perché i 10 cuori sono pochi per competere con le versioni Pro, Max e Ultra delle varie generazioni di Apple Silicon. Il modello in prova è arrivato a 54346 punti nel test Metal (circa la metà rispetto ad un M4 Pro), rispetto all'iMac con M3 e GPU a 10 cuori, le prestazioni sono superiori del 14%, ma il confronto con generazioni passate in versioni potenziate ü impietoso. Ciononostante grazie a nuove tecnologie come ray tracing e mesh shading riesce a destreggiarsi bene anche in questo ambito.
Ottimi i risultati nel test sulle prestazioni dell'IA in cui l'iMac se la gioca alla pari con le versioni Max delle generazioni precedenti e segna il passo solo quando subentra la GPU o quando, come indica chiaramente Cinebench, gli si chiede di fare cose (montaggio video su tutti) che esulano dai suoi obiettivi.
In conclusione - L'iMac che stiamo utilizzando ampiamente le nostre esigenze che vanno dal lavoro con il pacchetto Office, ma sono anche ludiche e in parte creative. Se questo iMac sarebbe perfetto per noi, dubitiamo che lo potrebbe essere il modello base e questo ci costringerebbe ad una spesa non indifferente. Ad inizio recensione ci siamo chiesti cosa potrebbe andare storto per questi nuovi iMac. Nella stessa categoria di prodotto vediamo ben poche alternative allo stesso livello complessivo. Se però proviamo ad allargare lo sguardo per provare anche a risparmiare qualcosina la risposta arriva ancora da casa Apple: il nuovo Mac mini. Anche se non lo abbiamo ancora potuto testare il Mac mini promette prestazioni molto simili a quelle offerte da questo iMac partendo da un prezzo decisamente inferiore. Attenti però perché il vantaggio degli iMac è proprio il fatto di essere un all-in-one con componenti di alto livello. Di alternative ai 24 pollici dell'iMac da eventualmente abbinare al Mac mini ne esistono diverse, ma sono poche e non molto economiche quelle che permettono di raggiungere gli stessi livelli di estetica, di qualità dell'immagine abbinando anche un sistema audio perlomeno soddisfacente come quello dell'iMac e un hub al livello delle quattro porte Thunderbolt 4.
Di fatto scegliere un iMac M4 può richiedere qualche compromesso, ma fa risparmiare molto tempo.