Alfredo Soldati, municipale, Losone
Ancorate nel gergo sportivo comune rimangono le frasi celebri dell’ex allenatore serbo della Sampdoria Vujadin Boskov, il quale diceva anche “rigore è quando fischia arbitro”.
Frasi che, malgrado la loro riconosciuta semplicità, non sembra siano mai state fatte proprie da quei politici e quei giornalisti in pensione che da qualche tempo a questa parte stanno cercando di far riemergere, dal limbo in cui era caduta, la candidatura di Faido ad ospitare il Museo cantonale di storia naturale. Lo scopo, per nulla nascosto, è quello di far rientrare dalla finestra la candidatura della Leventina. Potrebbe, a prima vista, anche risultare un’operazione di sostegno legittima, se non fosse che il Consiglio di Stato quella decisione l’ha già presa nel dicembre 2017 a favore della sua nuova sede prevista nel comparto Santa Caterina a Locarno.
I Losonesi immagino siano rimasti allora tutti delusi della mancata presa in considerazione per questa scelta del loro comparto ex Caserma San Giorgio che, a fronte di una richiesta di 6'600 metri quadrati ca., era in grado di mettere sul piatto spazi per 16'500 metri quadrati ca. in edifici in ottimo stato che necessitavano solo di una ristrutturazione (quasi tre volte quanto richiesto). Dettaglio non da poco poi: questi spazi appartengono tutt’ora al Comune di Losone che li avrebbe ben volentieri messi a disposizione a costo zero (o con un diritto di superficie legato ad un affitto) al Cantone. L’alternativa di Locarno prevede l’uso di uno stabile che già appartiene al Cantone, mentre che a Faido si dovrebbero acquisire gli edifici dai privati (sicuramente non a costo zero!).
La variante di Faido la si vuole ora far passare, per il tramite della penna di chi ha il buon tempo per riempire fogli bianchi oltre che all’accondiscendenza di gran consiglieri che devono profilarsi nelle regioni che li hanno votati (o che hanno interessi nella regione stessa), come la variante migliore. Ben ha fatto però il Presidente della Commissione Quadranti a far trapelare, nella speranza di fare una volta per tutte chiarezza, che quella variante non era certo una delle migliori. Non poteva esserlo che nella fantasia di chi vuole ora riproporla.
La preoccupazione di noi Losonesi non è quella di voler rientrare nei giochi che contano; ce ne siamo fatti nel frattempo una ragione e abbiamo continuato a lavorare per trovare degli indirizzi futuri meritevoli per il grande comparto che abbiamo acquistato dalla Confederazione. Siamo felici che il Museo abbia trovato una sede a Locarno, con la quale intratteniamo consolidati rapporti di vicinanza e nella regione del Locarnese alla quale anni fa era stato promessa la sede di un potenziale Museo del Territorio. Per fortuna i deputati locali, così come l’Ente regionale di sviluppo del Locarnese, il convivio dei sindaci, l’organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli hanno reagito a quella che personalmente consideriamo un utilizzo sconsiderato dei diritti democratici. Il Consiglio di Stato ha approvato il credito per l’avvio della progettazione…facciamocene ora una ragione e non facciamo più perdere tempo a nessuno.
Proprio ieri si leggeva sulla stampa che la mole di lavoro dei gran consiglieri è grandissima, con ritardi nell’evasione di richieste, mozioni, interpellanze e quant’altro accumulatesi negli anni; di conseguenza andare a far perdere di nuovo tempo alle commissioni per quanto è già stato deciso, ci sembra oltremodo fuori luogo.
La preghiera è che la si possa capire una volta per tutte: se il Consiglio di Stato ha fischiato…la partita è finita. Voltiamo pagina e andiamo avanti.