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I molinari devono solo ringraziare le magnanime autorità cittadine per aver ordinato alle forze di polizia di distruggere la loro casa, seppellendo così i loro effetti personali e quelli collettivi accumulati nei venticinque anni di storia del centro sociale autogestito.
La loro casa, ha stabilito il procuratore generale Andrea Pagani, è stata demolita per salvare la loro incolumità fisica.
È dunque con un finale dal sapore natalizio da happy end che si conclude l’indagine del Pg sui suoi grandi elettori. Non c’era nessuna intenzione di danneggiarli, di radere al suolo una qualsivoglia opposizione politica e sociale piuttosto fastidiosa alla Lugano da Bere. «Noi abbiamo preso questa decisione perché c'era la popolazione esasperata dal comportamento di questi delinquenti» ha riassunto il sindaco della suddetta città. “Delinquenti”.
Poco importa al Pg che l’idea di demolire quello stabile, casualmente l’unico non protetto dai vincoli di tutela, sia balenata nella testa dei tutori dell’ordine poche ore dopo aver ricevuto l’ordine di sgomberare il Centro sociale autogestito. L’idea di radere al suolo partorita tre mesi prima, magicamente quella sera di fine maggio diventa “stato di necessità” nel cilindro assolutore del procuratore.
La separazione dei poteri, l’indipendenza della magistratura sulla politica, in questo cantone è garantita. Lo certificano le autorità stesse.
Sotto il fastoso albero natalizio, i cittadini potranno tornare sfilare tutti in fila per tre. Cittadinanza a cui verrà insegnato, proprio come nella celebre canzone di Bennato.
Chi pensa il contrario, sarà raso al suolo per “stato di necessità”.
Bienvenidos a Lugangeles.